Parafrasando Tolkien: "andata e ritorno, un racconto viola con protagonisti StefanoPioli e Cesare Prandelli". Mi perdonerà l'autore de «Il Signore degli anelli» se mi permetto di attingere dalla sua sconfinata opera letteraria. Licenziosa similitudine a parte, non si può fare a meno di notare come i due tecnici sopracitati abbiano legato indissolubilmente la propria vita; professionale ma non solo, alla città di Firenze.
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Pioli e Prandelli: Firenze andata e ritorno
Domenica si incroceranno due tecnici che hanno inciso nella loro esperienza sulla panchina viola; in campo e nel rapporto con la piazza di Firenze: Stefano Pioli e Cesare Prandelli
Tinte forti di Viola
Andata senza ritorno
Domenica Stefano Pioli tornerà a Firenze, alla guida del suo Milan. Rossoneri che è stato in grado di condurre, in poco più di una stagione e mezzo, a lottare per le posizioni di vertice in campionato e ad un ottavo di EL (stasera il ritorno con lo United ndr). Lui che se ne era andato da gran signore, trattato a pesci in faccia da una società irriconoscente che non ebbe il coraggio di metterlo alla porta. Sulla sua "rivincita" sono stati già consumati fiumi di inchiostro. Basta ripercorrere l'elenco degli allenatori che si sono alternati, dopo la sua dipartita, alla guida della Fiorentina e i risultati da loro ottenuti; per spiegare la riconoscenza che Firenze nutre ancora per un "uomo vero". Un allenatore che senza risultati altisonanti, in punta di piedi, è stato in grado di lasciare un segno. Tanto con il gruppo di giocatori che ha allenato, quanto con città e tifoseria. Peccato solo che al "Franchi", domenica, non possano esserci i tifosi per tributargli l'applauso che merita.
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