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Pedro pallino di Pradè, chieste informazioni. Valore e situazione del cartellino: il punto

L'attaccante classe '97 del Fluminense (status da extracomunitario) piace molto sia al ds viola che a Montella, ma non mancano gli ostacoli nella possibile trattativa

Alessio Crociani

Arrivano conferme sulla notizia uscita nella serata di ieri: Pedro Guilherme Abreu dos Santos, in arte semplicemente Pedro (SCHEDA), piace sia a Montella che (soprattutto) a Pradè. Da tempo. Il ds viola stravede per questo attaccante brasiliano che dopo il brutto infortunio subìto un anno fa è tornato ad inanellare grandi prestazioni. Più o meno dello stesso livello di quelle che prima della rottura del legamento crociato attirarono le attenzione del Real Madrid. I mesi di calvario che seguirono avrebbero abbattuto anche un bisonte, ma non lui, che non ha mai mollato di un millimetro.

Alla fine il lavoro paga sempre, come testimonia lo score dal ritorno in campo del classe '97: 9 presenze nella Serie A brasiliano e 5 reti all'attivo. Una media che lo ha portato di nuovo alla ribalta, nonostante qualche piccola incognita sulla tenuta del ginocchio. E poco importa se nelle ultime 4 gare tra campionato e Copa Sudamericana non è arrivato il gol. Pedro resta un talento cristallino come pochi altri: tecnica, freddezza sotto porta e una confidenza col pallone che gli consente di agire con efficacia anche fuori dall'area di rigore. D'altronde non si finisce per caso nel mirino dei Blancos...

Tornando alla Fiorentina, l'apprezzamento per il giocatore è andato oltre qualche semplice appunto annotato sul taccuino di Pradè. Nessuna offerta, ma una richiesta di informazioni sì. Gli ostacoli nel possibile affare, che non sono l'età o lo status di extracomunitario (la Fiorentina ha ancora uno slot libero a disposizione dopo l'arrivo di Terzic), non sono da sottovalutare.La clausola rescissoria del giocatore scatta a 50 milioni di euro, ma il Fluminense si "accontenta" di prenderne 12. Ad inizio mercato è stata rifiutata una proposta molto allettante del Flamengo, che dopo l'offerta iniziale di 10 milioni di era spinto fino a 12. La trattativa è poi saltata perché la forte rivalità tra le tifoserie, insieme alla speranza di poter incassare una cifra maggiore, hanno spinto il presidente neo eletto del Flu Mário Machado Bittencourt a prendere tempo.

Oggi si può chiudere più o meno alla stessa cifra, considerata anche la situazione economica della società di Rio al limite del disastroso (con tanto di stipendi arretrati). Il vero problema è un altro: il Fluminense è proprietario solamente del 50% dei diritti sportivi del calciatore. L'altra metà del cartellino è controllata da un fondo di cui la Football Capital - agenzia che gestisce la procura di Pedro - possiede una percentuale. La Fiorentina ne parlerebbe a queste condizioni? Difficile. Stesso problema che ha allontanato l'Atalanta, a cui era stato proposto il giocatore circa tre settimane fa. A proposito: la concorrenza per l'attaccante è piuttosto folta, anche se non di primissimo livello come quella con cui avrebbe dovuto confrontarsi la società viola un anno fa. Il fondo è disposto a trattare sulla sua percentuale? Possibile, ma in questo momento è evidente come i punti interrogativi non siano di poco conto. Infine, l'ultimo scoglio: Simeone. Finché l'argentino continuerà a rifiutare ogni ipotesi di cessione, Pradè non affonderà il colpo per un altro attaccante centrale.

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