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Nonostante tutto, grazie Cesare. UOMO tutto in maiuscolo

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Colpo si scena in casa Fiorentina, Cesare Prandelli si dimette e lascia la panchina al probabilissimo ritorno di Iachini

Saverio Pestuggia

Le parole di Cesare Prandelli dopo la vittoria di Benevento "Sono stanco" e la mancata conferenza stampa dopo la sconfitta contro il Milan avevano fatto suonare più di un campanello d'allarme che qualcosa non andasse per il verso giusto sulla panchina viola. Cesare, uomo di grande sostanza, non ce l'ha fatta a reggere la tensione di una piazza esigente come Firenze. Città che lui ama e dove ha scelto di vivere da tanto tempo.

E così è arrivato il passo indietro delle dimissioni, cosa che è abbastanza insolita in Italia e a maggior ragione nel mondo del calcio dove circolano contratti milionari a cui difficilmente si riesce a rinunciare. Ma Prandelli era tornato a sedersi sulla panchina della Fiorentina non certo per soldi, ma per l'amore per la squadra di cui è diventato tifoso e della città. Onore alla persona che si è messo da parte in un momento cruciale della stagione con la squadra viola in difficoltà di classifica, ma non certo in posizione disperata.

Qualche errore a mio avviso Prandelli l'ha commesso e personalmente l'ho sottolineato anche domenica in radiocronaca, ma non sono state certo le critiche della stampa e dei tifosi (normalissime nel mondo del calcio) a fargli compiere questo passo. Probabilmente qualcosa all'interno non andava per il verso giusto e da grande Uomo ha preferito farsi da parte per il bene della Fiorentina e, probabilmente, anche della sua persona visto che la stanchezza e lo stress devono essere stati veramente tanti in queste ultime settimane. E a Cesare è doveroso rivolgere un caloroso abbraccio ringraziandolo per quanto ha speso umanamente in questa avventura.

E adesso? La soluzione più logica, visto che le dimissioni sono state accettate, ci porta al ritorno di Beppe Iachini ancora sotto contratto e uomo sicuramente adatto per una situazione di emergenza come quella attuale in casa Fiorentina. Il presente ha un solo imperativo: salvarsi per poi rifondare tutto e cercare di crescere con pazienza anno dopo anno. Impossibile tutto e subito, ma serve una programmazione vera con scelte mirate di giocatori giusti nei ruoli che servono. Stop alle occasioni di giornata, serve un progetto chiaro e lungimirante.