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L’alfabeto viola: dalla A di Andrea alla Z di Zeman

Buttiamoci alle spalle questa stagione con l’ironia

Redazione VN

Fine stagione è tempo di bilanci, di pagelloni e di rewind. Anche se questa annata non sarà certo ricordata per i fasti e le vittorie della nostra Fiorentina, facciamo un goliardico alfabeto viola. Dalla A di Andrea alla Z di Zeman...

A di Andrea Della Valle, o di Assente, perché nella prima parte di stagione il presidente si è visto troppo poco. Forse neanche lui, come noi, riusciva a sopportare più di un tempo la vista della sua squadra. Chissà come gli girano per i soldi spesi male...

B come la serie cadetta, lo spettro che ci ha accompagnato da metà stagione alla partita di Lecce. C'era già qualcuno che pensava a come organizzare la trasferta di Gubbio, problematica in caso di neve.

C come Corvino, che lascia dopo 7 anni di lavoro. Un po' come i matrimoni, non supera la crisi del settimo anno e la Fiorentina sceglie la separazione. Nelle ultime due campagne acquisti (o forse 3) ha toppato alla grande.

D come Delio, un uomo acclamato dal popolo viola che ha terminato la sua avventura a Firenze in un modo non proprio elegante. Forse prossimo allenatore di Leonard Bundu, noto pugile fiorentino.

E come Emozioni, quelle che son mancate tutto l'anno. Nessuna traccia di sentimentalismo tra le mura del Franchi, forse le uniche emozioni sono state quelle al gol di Amauri a Milano e Lazzari all'Olimpico di Roma. 2 su 38 partite, non male.

F di Fiesole intesa come curva, in questa stagione spesso vuota. Per incitare questa squadra ci vuol coraggio, e poi, quando il pubblico c'era e si è fatto sentire abbiamo perso 0-5...

G come Gioco, questo sconosciuto. Da queste parti non si è mai visto, può darsi sia in coda tra Barberino e Scandicci.

H come Hamburger, mmmm!! Buono con le patate fritte! Lo pensano anche i giocatori, che spesso lo apprezzano nelle giornate infrasettimanali e lo subiscono durante le partite.

I come Indecenza. Ripensando alle partite contro Juve, Chievo, Lazio e Novara in casa, è questo il termine più adatto. Il digestivo Brioschi ha fatto affari...

L di Ljajic, giocatore dal labiale incomprensibile. Nonostante gli studi approfonditi ancora nessuno ha ben capito cosa abbia realmente detto a Rossi. Pare che la frase sia stata: "Mi hai finito tu la Nutella, brutto s*****o?"

M di Mihajlovic, neo ct della nazionale serba, lascia la Fiorentina dopo 2 anni deludenti e un rapporto non proprio eccezionale con il tifo. La porta del campo d'allenamento di Cortina vibra ancora per il palo preso su punizione.

N di Nastasic, forse l'acquisto più azzeccato degli ultimi due anni. Un ragazzo dal quale ripartire, una certezza per il futuro, in coppia con Camporese.

O come Otel noto locale dell'hinterland fiorentino, chiusura alle 6 di mattina. E che discotecari siamo se non facciamo chiusura?!

P come Pendolare, quello che Kharja ha fatto nella prima parte della stagione per raggiungere la famiglia a Milano. Almeno in maglia viola non sembra aver mai preso il treno giusto.

Q come Quaquaraquà, chi parla a vanvera, definizione che si accosta bene a molti dei nostri ragazzi. Giustificano, promettono e non mantengono. Ci vuole più sincerità.

R di Riccardo Montolivo che ci lascia dopo 5 anni di alti e bassi. Anche i più sordi avevano capito che sarebbe andato al Milan. Adesso come la mettiamo con Nocerino?

S di Spendere, bisogna spendere per vincere, per vincere!

T di Teotino che come responsabile della comunicazione esordisce comunicandoci che Antognoni avrebbe passato il tempo facendo "sgarbi alla proprietà viola". Apriti cielo: ovvero come inimicarsi la tifoseria in una frase.

U come Uomini veri, quelli di cui abbiamo bisogno per ripartire. Non chiediamo certo dei giocatori eroi da film hollywoodiano, ma neanche comparse da recita scolastica.

V di Viola, il colore che ci unisce e che ci fa incavolare contro chi non lo rispetta. Ps= la maglia gialla porta un po' male… possiamo rivalutarla?

Z come Zeman l'allenatore che la maggioranza dei tifosi vorrebbe e che probabilmente non verrà. Ci accomuna il senso di anti-juventinità: "Gli scudetti della Juve? Saranno al massimo 23".

CHIARA BAGLIONI