Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

La psicologa dello sport a VN: “La coesione del gruppo aiuterà la Fiorentina a ripartire dopo la scomparsa di Davide. Badelj e la fascia…”

La Fiorentina prova a ripartire dopo la tragedia Astori, ma a livello mentale non sarà facile reagire. Abbiamo sentito il parere di Cristiana Conti, psicologa dello sport e psicoterapeuta

Stefano Niccoli

Difficile, difficilissimo ripartire. Perché Davide Astori, prima che un buon calciatore, era un grande uomo, amato da tutti. Giovedì al funerale, Firenze si è stretta intorno al suo Capitano, fiorentino per sempre. Stefano Pioli e i giocatori devono provare, però, a voltare pagina, pur con tutte le difficoltà del caso. Mentalmente non sarà facile reagire. Violanews.com ha intervistato Cristiana Conti, Psicologa dello Sport e Psicoterapeuta, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana di Psicologia dello Sport e dell’esercizio fisico.

Dottoressa, la Fiorentina ha passato una settimana d’inferno e anche i prossimi giorni saranno difficili, è inevitabile. Dobbiamo, però, cercare di tornare alla “routine”. Domenica i viola scenderanno in campo per la prima volta senza il loro capitano: com’è possibile ripartire a sette giorni dalla scomparsa di Astori e a tre dal funerale?

"Un lutto all’interno di una squadra sportiva ha sicuramente un forte impatto, sia a livello individuale sia collettivo. Ciascun giocatore avrà una reazione personale, le cui modalità e intensità sono legate al proprio modo di essere e alla propria storia, ma ovviamente anche al grado di vicinanza verso il compagno scomparso. Poi c’è la dinamica di squadra, amplificata da due fattori significativi: il ruolo che aveva Davide Astori e la modalità scioccante della sua improvvisa scomparsa.

"L’elaborazione psichica del lutto è una questione di tempistiche perché il suo superamento richiede del tempo di elaborazione e di accettazione, temi molto complessi, giganteschi. Domenica il campionato si è fermato, ma il tempo va avanti e a breve la squadra sarà chiamata ad una prestazione in campo. Il ritorno alla routine fatta di allenamenti e appuntamenti sportivi è di aiuto rispetto a sentimenti di disorientamento e confusione tipici di un lutto improvviso. La presenza dei compagni con cui si condivide la perdita e lo stesso dolore può essere molto utile per il singolo.

"Chiaramente l’accettazione di ciò che è successo è molto complessa e di fatto non possiamo prevedere come la squadra reagirà, considerando che si intersecheranno reazioni individuali e reazioni collettive. Un evento così può incrementare, ad esempio, la coesione di squadra, ma questo va visto anche in relazione a quelle che erano le dinamiche sportive e di spogliatoio prima, nonché all’andamento stagionale della squadra. Sarà importante monitorare lo sviluppo del gruppo, perché certi processi si vedono nel tempo.

"Chi lavora in ambito sportivo sa bene che un atleta professionista è chiamato alla prestazione anche in condizioni psicologiche molto difficili, ad esempio a dover gestire emozioni negative nel tempo di gara, focalizzandosi sul compito. In situazioni come questa è ancora più difficile: lo spirito di squadra e il rafforzamento delle risorse di gruppo sono decisivi.

"La risposta individuale può permettersi, giustamente, tempi e spazi diversi, da rispettare e tutelare. Nessuno dei compagni di Davide potrà sottrarsi a questa elaborazione e starà a ciascuno la scelta di come muoversi per farla".

Dopo la tragedia, la società ha deciso di non affidarsi a uno psicologo. Scelta giusta, condivisibile o secondo lei sarebbe stato meglio far seguire i giocatori da un esperto?

"Mettere a disposizione un professionista sarebbe potuta essere una scelta giusta, ma immagino comunque che siano state fatte dalla Società delle valutazioni precise e responsabili a riguardo. E’ una situazione complessa e sono convinta che l’intervento di uno psicologo dello sport potrebbe dare un contributo forte. Certamente la sua azione sarebbe resa difficile dal fatto che si tratterebbe di un inserimento improvviso e in risposta ad un’urgenza, anziché essere una figura integrante quotidiana dello staff, come in tanti contesti top level. Fondamentalmente vanno valutati in modo accurato i bisogni che emergono. Sulla base di queste valutazioni possono essere pensati interventi coordinati e a più livelli del Sistema (squadra, staff, dirigenza). In particolar modo, decisivo per me sarebbe il lavoro di supporto allo staff il cui ruolo è determinante".

Il nuovo capitano della Fiorentina sarà Milan Badelj. Per il croato la fascia peserà un macigno.

"Dall’esterno è molto difficile inquadrare con esattezza le dinamiche relazionali che caratterizzano realmente una squadra, ma le parole con cui i compagni hanno descritto Davide ci fanno capire il 'peso' della sua figura e il riconoscimento che aveva. Sarà molto importante la consapevolezza con cui Milan Badelj andrà a ricoprire il ruolo di capitano, quella cioè di non doversi né potersi sostituire a Davide, perché persone diverse, con caratteristiche peculiari e specifiche. Acquisire il ruolo di capitano per un giocatore è un onore ma è comunque sempre molto complesso, un ruolo con tante responsabilità soprattutto in questo momento. Sono convinta che il gruppo lo potrà aiutare molto".

Nell’agosto 2007 morì Antonio Puerta, centrocampista del Siviglia. Nei mesi successivi la tragedia, lo stadio Sanchez Pizjuan osservava un minuto di silenzio durante il minuto sedici, numero di maglia del calciatore. Secondo l’allora tecnico della squadra spagnola, questo tipo di omaggio colpiva duramente il morale dei giocatori. Dall’ottobre 2007 i tifosi del Siviglia furono invitati a cantare il nome di Puerta, evitando il minuto di silenzio, mentre agli avversari fu concessa la possibilità di portare i fiori al momento dell’arrivo allo stadio. Domenica, in occasione di Fiorentina-Benevento, il Franchi potrebbe osservare sessanta secondi di raccoglimento al minuto tredici. Potrebbe esserci una similitudine con quanto successo a Siviglia undici anni fa?

"Ciascuna situazione è diversa, sicuramente la simbologia e i “rituali” sono parte integrante dell’elaborazione del lutto e della successiva riorganizzazione.

La scomparsa di Davide Astori è stato un evento drammatico, una tragedia sportiva ma ancora prima umana e familiare. Davide è arrivato a tutti noi come una persona vicina. Soprattutto in queste circostanze, la dimensione sociale del lutto è molto significativa. Assistere alla morte improvvisa di un ragazzo giovane colpisce tutti e abbiamo visto la risposta di Firenze, come i tifosi si sono uniti alla squadra e in generale il calore proveniente dal mondo sportivo. Il minuto di silenzio non significherà solo ricordare e onorare il giocatore, ma sarà anche unirsi per contenere questo stato di sospensione dolorosa in cui improvvisamente ci si è ritrovati ".

tutte le notizie di