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La politica si allei pure, ma lasci a Commisso libertà di scelta

Ieri summit coordinato da Eugenio Giani fra Dario Nardella e Fossi. La politica ha trovato un'intesa per lo sviluppo della città metropolitana

Saverio Pestuggia

Lo scenario politico

Dopo le diverse frecciatine esplicite e sottintese dei mesi scorsi sull'asse Firenze-Campi, sembra proprio che i due responsabili politici abbiano trovato un accordo di massima. Giani, Nardella e Fossi hanno disegnato lo sviluppo della città metropolitana in direzione nord ovest e tutto questo non può che essere positivo per Firenze, Campi Bisenzio e Sesto Fiorentino che gravita a metà distanza, ma non solo perché lo sviluppo in quell'area darà una mano anche a Prato il cui sindaco potrà ottenere finalmente la terza corsia dell'A11 sino Pistoia e il raddoppio della Perfetti Ricasoli. Giani esce rafforzato nel suo ruolo di mediatore fra i contendenti e potrà dire di aver gettato nei cinque anni della sua presidenza regionale le basi per una vera Firenze metropolitana.

E lo stadio?

Non dovrà esserci assolutamente nessun obbligo verso Commisso che dovrà essere libero di scegliere l'opzione da lui preferita. Se opterà per il restyling del Franchi, quanto risparmiato dal Comune dal fronte Recovery Fund potrà contribuire a riqualificare altre aree urbane (utilizzando altre sezioni dello stesso Recovery Fund). Oltre agli stadi di Prato e Pistoia che non sono in condizioni ottimali. Se invece il patron viola deciderà di migrare verso Campi ci sarà un forte sviluppo imprenditoriale privato, verso quella zona. Il Franchi impiegherà meno fondi, in quanto saranno necessari meno lavori e ne dovrà beneficiare l'intera area di Campo di Marte che sarà riqualificata e rimarrà un polo sportivo all'interno di Firenze.

Il futuro

Tutto questo potrà funzionare al meglio e portare prosperità al territorio e una miglioria ai tifosi della Fiorentina se saranno rispettati i ruoli e mantenuti i patti. La prima mossa sarà della Fiorentina e di Commisso che dovrà esaminare le due opzioni sul tavolo e decidere, poi di conseguenza dovrà entrare in scena la politica con lo sviluppo cittadino e metropolitano. Guai se i fattori dovessero invertirsi, si potrebbe generare un corto circuito deleterio per tutti.

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