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Il commento

La partita di Polverosi: Sconfitta senza spiegazioni, ma con Vlahovic viola….

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Come sarebbe andata a finire questa partita con Vlahovic ancora in viola? Questo è fantacalcio, ma questa Fiorentina può ancora sperare di arrivare in finale.

Alberto Polverosi

Quale può essere la spiegazione logica di un risultato del genere? Come si può ragionare, con cognizione di causa, intorno alla sconfitta della Fiorentina? Non si può. O almeno io mi arrendo di fronte all’evidente follia del gioco del calcio. Follia che in queste ore i tifosi della Fiorentina hanno il diritto di detestare, ma questa è la base del calcio, la sua essenza, è la ragione per cui la gente impazzisce di passione per questo sport. Fiorentina-Juventus non è stata una partita, ma un monologo viola dall’inizio alla fine. Anzi, dall’inizio fin quasi alla fine. Si può spiegare, questo sì, il gioco di questa semifinale di Coppa Italia. E il gioco ha detto Fiorentina in tutto e per tutto. La Juventus non si  presentata. E’ vero che Allegri aveva sì e no mezza squadra a disposizione (nove assenti, e alcuni pesanti, non sono pochi), ma quanto mostrato sul prato del Franchi è davvero poca roba. Il vuoto totale.

La Fiorentina, per il gioco, per le occasioni create, per il palo di Ikoné, per il possesso palla, per la supremazia tecnica, per tutte queste ragioni non avrebbe meritato di pareggiare, ma di vincere. E invece alla fine, come era successo sabato sera a Reggio Emilia contro il Sassuolo, ha perso al primo minuto di recupero su un suo errore, un intervento sbagliato di Milenkovic, il migliore dei viola fino a quel momento, sul cross di Cuadrado e un tocco maldestro di Venuti finito nella sua porta. La Juve ha tirato in porta due volte, due di numero, quello di Cuadrado era un cross, non un tiro. La Fiorentina ha concluso una ventina di volte, ha guidato il gioco, Igor e Milenkovic hanno cancellato Vlahovic e Kean con l’aiuto della stessa Juve che non li ha mai cercati. Da applausi Torreira, padrone della manovra di fronte all’orizzontale (come palleggio) Arthur, bene Ikoné che ha sfondato a destra, bene, molto bene tutta la squadra. Tranne i centravanti e qui siamo al punto decisivo. Piatek prima e Cabral poi sono stati dominati da De Ligt che ha vinto tutti i duelli diretti. Il polacco non si è mai liberato e non ha mai tirato in porta, quanto Cabral, entrato a metà ripresa, non si è proprio visto.

Per un attimo abbiamo immaginato cosa sarebbe stata questa partita, dominata dalla Fiorentina sul piano del gioco, a centravanti invertiti. Qualcuno può obiettare che un discorso così non ha senso, visto che Vlahovic ormai è bianconero e amen. Certo, ha poco senso, ma se a una Juve così povera togli quel centravanti e lo dai a una Fiorentina così ricca, può darsi pure che finisca lo stesso 1-0 per i bianconeri, ma ci credo poco. Se la Juve andrà in finale di Coppa Italia dovrà ringraziare il suo mercato di gennaio. Se la Fiorentina sarà eliminata, dovrà maledire il suo mercato di gennaio.

Non tutto è perduto, c’è sempre una partita di ritorno. Però si gioca fra una cinquantina di giorni e nessuno può sapere come staranno allora le due squadre. Certo, se stanno come ieri la Fiorentina non può sentirsi eliminata.

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