"Dalla sua Empoli a Firenze ci sono circa 30 km: quante volte li ha percorsi per sfidare i viola in quelle partite all'ultimo sangue durante le giovanili. L'infanzia di Andrea Fulignati, portiere del Palermo classe '94, contiene anche tanti ricordi con sfide contro la Fiorentina, visto che "quella tra i viola e l'Empoli è una delle finali che ricorre più spesso a quei livelli", come ci racconta il padre Stefano. Domani affronterà ancora una volta i gigliati, in quella che ha rappresentato molte volte l'atto finale di una competizione: si giocherà la permanenza in Serie A stavolta, o almeno proverà a rimandare la retrocessione dei rosanero, se vincerà il ballottaggio con Posavec per un posto tra i pali.
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SPECIALE VN – Andrea Fulignati, il portiere empolese del Palermo: tra pesca, guantoni e… Belotti
Domani affronterà la Fiorentina, in quella che sembra essere una sfida già vista molte volte, almeno nella sua infanzia
"Una sfida speciale contro la squadra più importante della sua regione, quella che monopolizza la provincia in cui è nato: Andrea però tifa Empoli, fin da piccolo, andando controcorrente rispetto alla famiglia juventina, nonostante il padre sia stato molte volte in Fiesole ed abbia partecipato alla gestione delle coreografie. "Sono uno juventino atipico", ammette ridendo. "Qui a Montelupo però sono tutti viola - continua Stefano - e non aspettano altro che vederlo in porta domani".
"Due anni negli Azzurri, salvo poi trasferirsi successivamente alla Sestese, dove si mette in mostra prima di essere osservato dalle grandi squadre. "Il Palermo fu un fulmine a ciel sereno - svela il padre - c'era un grande interessamento dell'Atalanta, a gennaio sembrava fatta. Ero contento. Poi venne fuori il Siena, fece due settimane con loro ed andò al Palermo, poiché si erano trasferiti anche Perinetti ed il suo staff". Proprio così, perché Giorgio Perinetti lo aveva inizialmente preso per il suo Siena, salvo poi portarselo insieme al suo staff in Sicilia: "Ha qualità, lo prendemmo dalla Sestese. Ha fatto la trafila a Palermo: ha qualità, personalità, è esuberante, come tutti i giovani. Per un portiere la maturità si concretizza più tardi. La stagione sta finendo, ha avuto qualche occasione, vedremo in futuro a chi verrà data la responsabilità", ci ha detto l'attuale direttore sportivo del Venezia. "Ma la Fiorentina non si è mai fatta avanti per Andrea?", mi viene da chiedere a Stefano, che risponde: "Non credo ci sia mai stato un interessamento vero e proprio. Essendoci Stefano Cappelletti (attuale osservatore viola, ndr), a nove anni lo portò all'Empoli. Conosco Pandolfini, l'ex responsabile del settore giovanile: quando andò negli Azzurri quasi ci rimase male". D'altronde l'Empoli è però una questione di famiglia: sia il nonno di Andrea che lo stesso Stefano ci hanno infatti giocato.
"Oltre al calcio, nella vita di Fulignati c'è anche un'altra passione, la pesca. "Si troverà bene a Palermo", mi viene da dire, ma in realtà mi assicura il padre che l'amo viene gettato solamente qua in Toscana. In terra siciliana ha avuto però modo di coltivare quella che piano piano si è trasformata in professione: "Del cambio di vita non ce ne siamo accorti: ha fatto il primo anno in convitto, poi ha vissuto due anni in casa con Belotti, c'è una grande amicizia. Le fidanzate sono amiche". Esattamente, proprio Il Gallo, colui che oggi fa impazzire le difese di Serie A. "C'è un episodio particolare che ricorda?", lo incalzo. "Un episodio no, però posso dirti che le nostre famiglie sono molto nemiche... nel gioco della scopa, facciamo delle grandi partite a carte (ride, ndr)". E con Dybala? "Anche con lui c'era una amicizia. A Montelupo c'è una signora innamorata di lui, una volta ci parlai e mi autografò una pagina di giornale con la sua foto per lei. Si sentono ogni tanto con mio figlio".
"Fulignati è nato nel 1994, proprio come Bernardeschi. "Andrea è arrivato ad Empoli quando lui è approdato alla Fiorentina - ricorda Stefano - non si sono mai incrociati. Mi sono sentito tante volte con il padre, è di Carrara, ci siamo visti anche ai tornei". Un giovane estremo difensore cresciuto in provincia di Firenze, proprio come Cragno o Lezzerini: "Quest'ultimo non lo ha mai incrociato. Una volta a fine anno i preparatori dei portieri stilarono una classifica: Lezzerini arrivò primo, Andrea secondo".
"Se è arrivato fino alla Serie A, competizione in cui ha raccolto quattro presenze ed anche una maglia da titolare a San Siro, oltre all'esordio contro la Roma, il merito è anche di alcuni personaggi della Sestese, come ci tiene a precisare il padre: "Vorrei ringraziare il ds Pacini che mi disse 'ci credo, fammelo gestire'. Un'altra figura importante è stata quella di Ruini, preparatore dei portieri, oltre a quella di Carboncini. Andrea ha un particolare: deve sempre dare a persone che gli rimangono bene, che gli danno qualcosa".
"Domani sarà ancora una volta Fulignati contro Fiorentina: se Bortoluzzi lo schiererà in campo, al giovane portiere del Palermo sembrerà di giocare una sfida già disputata molte volte. Un empolese in Sicilia, ma non è il titolo di un film.
Si ringraziano Stefano Niccoli e la Società Sportiva Dilettantistica Sestese Calcio.
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