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Il commento di Polverosi – Ecco perché non è crisi. Con la Roma decisiva

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Per Alberto Polverosi la Fiorentina esce sconfitta da San Siro mostrando personalità e a tratti anche autorevolezza.

Alberto Polverosi

Se stasera l’Atalanta batte la Salernitana, la Fiorentina esce dalla zona-Europa dopo un mese di permanenza. Riprenderla non sarà semplice, ma il pareggio della Roma contro il Bologna rende decisiva la sfida di lunedì prossimo al Franchi contro la squadra di Mourinho, che arriverà a Firenze quattro giorni dopo la semifinale di ritorno di Conference League contro il Leicester.

Tre sconfitte di seguito per i viola, quattro se aggiungiamo quella di Coppa Italia contro la Juve, sconfitta che molti indicano come l’inizio di una crisi. Non vorremmo andare controcorrente, ma questa squadra non ci sembra in crisi. Che abbia delle difficoltà è chiaro, ma di crisi si parla quando una squadra non ragiona più, quando ha le idee annebbiate, le gambe pesanti, la paura negli occhi. La realtà della Fiorentina è diversa. In ogni sconfitta ci sono state delle colpe, questo è ovvio.

A Torino contro la Juve le scelte di Italiano non hanno convinto: Ikoné mezz’ala è stata una inutile forzatura, visto che nelle due gare precedenti contro i bianconeri la Fiorentina aveva sempre giocato meglio e aveva perso per episodi sfortunati e/o sciagurati. A Salerno partenza sbagliata (forse è stato quello l’unico momento in cui si è avuta la sensazione di una squadra stanca), ma poi ripresa eccellente con errore individuale (e madornale) di Igor che ha trasformato il pareggio in sconfitta.

Contro l’Udinese, due nitide palle-gol per i viola sullo 0-0, poi altro errore individuale sull’1-0 del friulani: il rilancio lento e sbagliato di Milenkovic, il recupero di Pablo Mari su Odriozola e il gol. In quella partita, dal 40' del primo tempo al 15' del secondo la Fiorentina ha avuto un parziale di 9 tiri a 1. Se una squadra arriva così spesso a concludere, aggiungendo ai tiri anche qualche buona occasione, non può essere in crisi.

Infine San Siro: primo tempo equilibrato e ben giocato dalla Fiorentina, poi 20 minuti di Milan al massimo dello sforzo (ha lo scudetto come obiettivo) con due occasioni, ma prima del gol di Leao i viola hanno avuto una palla-gol con il colpo di testa di Cabral respinto da Maignan. La rete incassata dai viola è nata per un altro errore individuale: rinvio sbagliato di Terracciano, palla agganciata da Leao e gol.

Vorremmo soffermarci su questa assurda, irritante e per certi versi sconcertante questione del portiere (di ogni portiere) che deve per forza, per moda o per ossessione cominciare a giocare da dietro: basta, per favore, basta. Qui però dobbiamo parlare di tutta la Fiorentina e l’immagine che questa squadra ha dato a San Siro non corrisponde a quella di una squadra sconfitta per quattro volte di fila. Ha giocato con personalità, in certi momenti con autorevolezza, non ha mai sbandato, non è mai stata in affanno.

Se la Fiorentina alla fine non riuscirà a conquistare un posto nelle coppe europee avrà comunque meritato un bel voto in pagella. La sua stagione non sarà memorabile, ma certo non deludente. Non solo, le difficoltà di questo periodo possono aiutare il club e l’allenatore a fare delle scelte intelligenti sul prossimo mercato. I cinque esterni a disposizione di Italiano non fanno gol, i due centravanti ne fanno pochissimi: c’è un bel margine di miglioramento per far crescere questa squadra.

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