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L'editoriale

Fiorentina, il caso portieri. Per Italiano meglio Terracciano

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In casa viola procede il caso portieri

Alberto Polverosi

Per scrivere questo pezzo devo violare una regola che mi sono auto-imposto da anni: di un portiere può parlare solo un portiere. Confesso che più di una volta, dovendo giudicare una parata o un errore di un portiere, sono ricorso a un amico, ma grande esperto ed ex grande portiere, Giovanni Galli. Come dire: lui sì che se ne intende. E’ un ruolo troppo lontano dal resto della squadra, non solo per un’evidente differenza di mansioni, ma proprio come mentalità.

Per oltre un secolo il portiere è stato un corpo non estraneo ma staccato dalla squadra, ora però, da quando è stata introdotta la regola del passaggio indietro che il numero 1 può raccogliere solo con i piedi, lo è un po’ meno. Non solo, in questi ultimi tempi, diciamo da due o tre stagioni, l’idea (talvolta una moda) di far partire l’azione dal basso, ha avvicinato il portiere ai suoi compagni, lo ha introdotto nella manovra, lo ha maggioramente coinvolto, lo ha...piedizzato. Ed è di questo che voglio parlare nel momento in cui Vincenzo Italiano sta per prendere una decisione definitiva: avanti con Terracciano o di nuovo con Dragowski? Nessuno dei due ha i piedi di Reina, di Ospina, di Maignan, nessuno dei due ha un sinistro come quello di Pagliuca che, fosse portiere oggi, sarebbe fra i migliori. Ma visto che il gioco di Italiano prevede la costruzione dal basso, pur con i rischi che ne conseguono, e dunque la scelta del portiere si basa anche, se non soprattutto, sui piedi, allora meglio Terracciano.  Al “Maradona” il portiere polacco (che rientrava dopo 100 giorni dall’infortunio, particolare da non sottovalutare in sede di giudizio) ha commesso due errori. Quello più evidente è stato l’uscita fuori tempo e fuori luogo che lo ha portato al fallo su Elmas e alla conseguente espulsione. Quello è stato un errore di scelta di tempi, un errore brutto, pesante e per sua fortuna non decisivo ai fini del risultato. Ma lo sbaglio vero, per il gioco attuale della Fiorentina, è il passaggio a Lobotka, appostato una quindicina di metri fuori dall’area viola, la palla è poi finita a Mertens e dal belga in rete. Di passaggi sbagliati ce n’era stato uno simile poco prima. Dragowski fra i pali è molto forte, è reattivo, elastico, prontissimo. Palla al piede lo è molto di meno e la squadra avverte questa sua difficoltà. Sotto questo profilo Terracciano dà maggiori garanzie. Fra i pali non ha lo stesso scatto del suo collega, ma se deve lanciare quasi sempre lo fa con precisione, così come quando scambia la palla in area con i difensori. Dopo il disastro di Napoli, la scelta di Italiano è ricaduta di nuovo su Terracciano titolare e Dragowski in panchina contro il Genoa. Domenica, a Cagliari, il tecnico prenderà forse una decisione definitiva, a meno che la sua decisione non sia l’alternanza che, trattandosi di portieri, non so quanto possa giovare a entrambi. Peraltro Dragowski non potrà giocare nemmeno nei quarti di Coppa Italia a Bergamo perché sarà squalificato. Non è una situazione facile da gestire, la classifica di inizio stagione (il polacco titolare,Terracciano la riserva) si è capovolta. A Cagliari sapremo come finirà.

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