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Fiesoli: “Ecco le ragioni del nostro appello per il Franchi”

Alessandro Fiesoli ci spiega le ragioni che lo hanno portato insieme a Riccardo Catola a proporre un appello per mantenere il Franchi come stadio della Fiorentina, anche se con le notizie arrivate oggi la cosa appare veramente difficile se non...

Paolo Poggianti

Alessandro Fiesoli, fiorentino, giornalista che per anni ha lavorato per La Nazione, ora in pensione. E’ uno dei promotori, insieme a Riccardo Catola, dell’appello per la ristrutturazione e valorizzazione del Franchi. Certamente con l'apertura odierna di Nardella al posizionamento del stadio nuovamente a Novoli, la questione Franchi appare superata ma ci sembra giusto andare a capire la genesi e le motivazioni per cui diversi fiorentini si erano schierati per il restyling del vecchio stadio. Da noi raggiunto telefonicamente, Fiesoli ha così spiegato le ragioni dell'appello

“Tutto nasce il 5 settembre quando Rocco Commisso incontra a Firenze il soprintendente Pessina, insieme al sindaco Nardella. Nell’occasione viene presentato il progetto, a firma dello studio Casamonti, di restyling dello stadio Franchi. Sentirlo definire dal patron viola un ”progetto bellissimo” ci ha aperto il cuore; ci è sembrata una grande notizia per Commisso e per tutti i tifosi viola, per portare il Franchi fuori dal passato e proiettarlo nel futuro. L’occasione, finalmente, per realizzare una perfetta sintesi tra lo stadio a cui tutta Firenze è legata e il futuro della squadra. Finché non è arrivata la doccia fredda con il parere negativo della Soprintendenza, agli inizi di ottobre.

Sulla composizione del gruppo di firmatari e il consenso crescente alla causa aggiunge...

“Siamo un gruppo di 300/350 fiorentini di varia estrazione professionale, di varie età e vari quartieri; tifosi, appassionati della Fiorentina. Un gruppo, libero da coinvolgimenti politici, che intende esprimere la propria opinione su una vicenda che ci sta a cuore. Riteniamo che sia un’occasione storica, troppo grande per rischiare di farla cadere nel vuoto. Noi abbiamo inteso far presente che esiste un gruppo di fiorentini che avalla questa ipotesi e la sostiene fermamente”.

Lei ha detto che “costruire il nuovo stadio a Campi sarebbe come spostare Piazzale Michelangelo su monte Morello, cosa voleva dire?

Questa è una battuta goliardica, in pieno spirito fiorentino, che alcune testate hanno ripreso da un mio post su Facebook. E’ una provocazione per ribadire come lo storia dello stadio Franchi riguardi Firenze e la Fiorentina, ne sia un vero e proprio simbolo.

Tra i principali rischi di un abbandono del Franchi da parte della Fiorentina, nella lettera aperta si cita quello del degrado, perché si andrebbe incontro ad un’emergenza sociale?

“La stessa amministrazione comunale è preoccupata per le sorti dell’impianto, il nostro non è altro che un allarme a futura memoria che abbiamo voluto lanciare. Basti vedere a quel che è successo ad altre opere abbandonate in città, su tutte Le Mulina e il complesso di S.Orsola. Tematica che sta molto a cuore al Presidente del quartiere 2 Pierguidi. Senza contare la preoccupazione degli stessi residenti ai quali la riqualificazione appare sicuramente più vantaggiosa del sicuro degrado a cui il Franchi andrebbe incontro; è questo ciò che realmente li preoccupa. Alcuni dei firmatari sono proprio di Campo di Marte e non vogliono che l’impianto sia lasciato al suo destino".

E per quanto riguarda la società e la nuova proprietà della Fiorentina, anche per loro sarebbe vantaggioso?

"Certamente. Quest’opera di salvaguardia ha un’interesse specifico del proprietario che, non dimentichiamo, mette i soldi, oltreché un interesse sportivo per il futuro della casa viola. Per questo avremmo gradito che ci fosse un approccio meno arrendevole da parte del sindaco e delle istituzioni di fronte al parere della soprintendenza. I vincoli della struttura originale di Nervi riguardano la copertura, la torre di Maratona e le scale elicoidali; nessuno dei quali toccato dal progetto Casamonti. Ecco perché ci saremmo aspettati un invito alla soprintendenza di maggiore riflessione. Consegnare il Franchi ai suoi vincoli significa ingessarlo, proprio ciò che l’Ing. Nervi non avrebbe voluto per la sua creatura, tanto da aver previsto lui stesso delle migliorie come la copertura integrale dell’impianto. Ma come abbiamo visto, l’asse del futuro dello stadio ora si è spostato a Novoli, Rocco ha fatto sapere di essere “contentissimo” delle novità assicurategli da Nardella e questo per ora ci basta, siamo contenti anche noi. In fiduciosa attesa che le parole di oggi si trasformino in quattro anni nel nuovo stadio, non tradiamo lo spirito della nostra iniziativa e lasciamo la petizione aperta, per chi ne fosse interessato, per continuare a discutere dei vincoli anacronistici e della necessità di tutelare il futuro del Franchi”.

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