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Fedele a VN: “Montella al Milan? Allenatore giusto al posto giusto”

Il giornalista del CorSport: “Ai rossoneri piace il suo carattere pragmatico, Berlusconi sarebbe dalla sua parte. Gomez…”

Redazione VN

Montella ha ancora due anni di contratto con la Fiorentina. Il futuro dell'Aeroplanino, però, potrebbe non essere a Firenze. Le sue parole pronunciate giovedì dopo il ko col Siviglia hanno fatto arrabbiare gran parte dei tifosi viola. La risposta dei supporter è arrivata lunedì tramite il duro comunicato emesso dalla Curva Fiesole (LEGGI QUI). Il tecnico campano, non è una novità, viene accostato spesso al Milan. Per saperne di più, Violanews.com ha intervistato il giornalista del Corriere dello Sport Furio Fedele, profondo conoscitore delle vicende rossonere.

Montella al Milan: fattibile?

“Prima di tutto bisogna vedere cosa vogliono fare la Fiorentina e Montella. Se ci dovesse essere una separazione consensuale, la strada di Montella verso il Milan sarebbe spianata. In caso di addio, Montella diventerebbe l'allenatore mercato perché troverebbe molti consensi in Italia e all'estero, anche se penso che voglia imporsi in Serie A. Al Milan, Montella troverebbe una situazione contraddittoria perché peggio di così non può andare. La squadra è da ricostruire e dovrebbe accontentarsi di quella ribalta europea che avrebbe con la Fiorentina o altre squadre. Dovrebbe lavorare sodo, ma questo non è un problema per lui. Il problema è che al Milan dovrebbe ricominciare non da zero, ma sotto zero”.

Montella potrebbe essere il profilo ideale per il Milan?

“Penso di sì. Al Milan troverebbe ottima stampa fin da subito. Forse ci sarebbe qualche perplessità iniziale da parte della tifoseria. I tifosi rossoneri, a Milano, sono delusi, ma allo stesso tempo sono generosi e pronti a cambiare idea. Montella potrebbe solo far bene al Milan, anche perché peggio non si può fare. Gli verrebbe comunque imposto un range di risultati importante. Già dalla prossima stagione non si può prescindere dalla zona Champions League, preziosa sotto tutti i punti di vista”.

Se Montella dovesse andare al Milan, non correrebbe il rischio di bruciarsi?

“No. Berlusconi lo conosco bene da anni, e so che gli piace molto Montella. Il tecnico della Fiorentina troverebbe un presidente molto motivato soprattutto ad investire di suo. Montella, poi, è un napoletano atipico, non ha quella ilarità squisitamente napoletana. E' molto pragmatico, nordico. Per questo suo carattere potrebbe inserirsi nel migliore dei modi al Milan, partendo però – come già detto – da zero. In un anno potrebbe già conquistare la zona Champions, a patto che gli venga allestita una squadra adeguata. A differenza di Inzaghi, Montella conosce di più i giocatori e ha una visione del mercato sul piano del made in Italy molto importante visto il suo passato al Catania e alla Roma. Potrebbe essere l'allenatore giusto al posto giusto”.

Montella, quindi, potrebbe avere un buon rapporto con Silvio Berlusconi?

"Sì. Berlusconi parte dal presupposto che la sua squadra deve giocare bene. Montella ha fatto giocare bene il Catania e la Fiorentina. Racconto un aneddoto sul Catania. L'11 novembre 2011 intervistai Maxi Lopez che poi sarebbe andato al Milan nel gennaio 2012. Quando andai a Torre del Grifo, Lo Monaco mi fece conoscere Montella e mi disse: 'Ti presento il futuro allenatore della tua squadra'. Penso sia un predestinato. Il passaggio intermedio alla Fiorentina è stato positivo anche se è mancata una vittoria. A Milano troverebbe il vento in poppa. Qui l'ambiente non è depresso, ma molto arrabbiato e la rabbia, a volte, si trasforma in vigore. Avrebbe tutti dalla sua parte, in primis Berlusconi. Sarebbe scelto dal presidente in persona”.

Secondo te, qual è la dimensione della Fiorentina, facendo riferimento alle parole dette da Montella dopo il ko con il Siviglia?

“Se le proporzioni dovessero essere fatte con il valore della città e della tifoseria, la Fiorentina sarebbe, minimo, da zona Champions League sempre. Poi, però, c'è da fare il conto con le risorse tecniche. Qualche acquisto non viene azzeccato e per la Fiorentina è il caso di Gomez. La squadra ha perso qualche treno di troppo per la Champions perdendo partite che non si dovevano perdere. In campo non vanno i tifosi e il blasone della città, ma l'allenatore e i giocatori. La società ha fatto tanto, ma poteva fare di più e meglio. Montella è cresciuto tanto e crescerà ancora se resterà a Firenze. Se andrà via, dovrà fare un ulteriore salto di qualità soprattutto se dovesse allenare una squadra più forte e più importante della Fiorentina”.

In queste settimane, Destro è stato accostato alla Fiorentina. Potrebbe far comodo alla squadra gigliata?

“Probabilmente il prestito al Milan per sei mesi non è stato l'ideale per lui, anche se un professionista deve dare il meglio di se al di là della formula con cui arriva in una squadra. Al Milan, Destro ha trovato un giocatore anarchico come Menez. Potrebbe essere l'attaccante giusto al posto giusto per la Fiorentina, ma dipenderà cosa vorrà fare con lui la società rossonera e chi sarà il nuovo allenatore. Un centravanti come Destro ha bisogno di un gioco armonico e collettivo alle spalle. In un contesto diverso potrebbe far bene, mi viene in mente Toni che rischia di vincere la classica dei cannonieri. Destro deve cambiare nell'atteggiamento, si estranea troppo dalla manovra. Deve aiutare la squadra a portarla su. Il mio profilo di attaccante ideale è quello di Toni, cioè un giocatore con lo stesso fisico e voglia di fare, ma capace di esplodere prima. Toni ha iniziato a far parlare di sé poco prima dei trent'anni quando era al Fiorenzuola. Gomez si è presentato a Firenze più come turista che come calciatore. E' stato sì sfortunato con gli infortuni, ma l'approccio con una città che respira calcio quotidianamente doveva essere diverso. Il tedesco è sembrato più invaghito di Firenze che non della squadra e dei suoi tifosi”.

STEFANO NICCOLI