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ESCLUSIVA VN – Lo studio del colore Viola Fiorentina in una tesi di laurea

Dietro allo studio di Cnr e Museo Fiorentina c'è la tesi di laurea di un giovane tifoso viola

Redazione VN

Lo scorso settembre vi abbiamo riportato la notizia del Cnr di Firenze e del Museo Fiorentina alle prese con lo studio dell'evoluzione del colore viola della maglia della Fiorentina nel tempo, lavoro che è stato presentato a Torino, al convegno internazionale del Gruppo del colore (CLICCA QUI PER LEGGERE LA NOTIZIA).

Questo studio, però, è stato iniziato quasi due anni fa da uno studente che ha conseguito la laurea in Ottica e Optometria presso la Scuola delle Scienze Matematiche Fisiche e Naturali di Firenze, Francesco Russo, portandolo per la sua tesi di laurea. In esclusiva, Violanews.com è andata a intervistare l'autore della tesi di laurea, Francesco Russo.

-Francesco Russo, da dove è spuntata l'idea di svolgere una tesi di laurea riguardante l'evoluzione del colore della maglia della tua squadra del cuore, la Fiorentina?

In realtà all'inizio non dovevo nemmeno svolgere questo lavoro. Doveva essere la percezione delle opere d'arte a seconda di come vengono illuminate, quindi tutta un'altra cosa. Però il mio relatore, il professor Alessandro Farini, aveva scritto altri argomenti e mi era caduto l'occhio su “Il colore viola nel tempo”, e da lì mi sono interessato. Ancora era buttata lì, nemmeno legata all'argomento Fiorentina. Poi da lì, entrando sempre più nel particolare, mi consigliò di fare questa, di contattare qualcuno con un'ampia collezione di maglie della Fiorentina. Ho cominciato a cercare e ho così contattato il vice direttore del Museo Fiorentina, David Bini. All'inizio, giustamente, era un po' cauto perché le maglie erano conservate in modo molto sicuro, ad alcune la luce del sole può dar noia e quindi sono conservate in ambienti bui. Piano piano, ribadendo che gli strumenti non erano affatto invasivi, siamo riusciti a convincerlo e abbiamo potuto svolgere il lavoro. Ovviamente avere tra le mani tutte quelle maglie era un'emozione, con quelle più vecchie fatte di lana, quella di Antognoni. Man mano andando avanti spuntavano i vari sponsor tecnici e il materiale, che diventava sintetico. Ma come era cambiato? Cosa ha cambiato? Abbiamo studiato il cambiamento sia nella tonalità (più scuro, più chiaro), sia nei tessuti, nei loghi e negli sponsor.

 Uno degli strumenti utilizzati per misurare la distribuzione dello spettro d'energia di una sorgente luminosa, lo spettroradiometro

-Quali sono state le reazioni davanti ad alcune maglie storiche?

Prima facevamo le varie misurazioni con lo strumento, poi andavo dal professore che mi raccontava le varie imprese fatte dalla Fiorentina con quel modello di maglia. Anche durante la discussione della tesi le reazioni sono state positive. Per fortuna il preside era tifoso della Fiorentina (ride, ndr) e per fortuna è stata accolta molto bene. All'inizio, se devo esser sincero, mi sembrava un po' banale. Poi mi son detto “no, c'è tutto un lavoro dietro, con l'inizio delle misure a maggio, la tesi a dicembre, quindi 7 mesi, con tutti i lavori su strumenti, risultati ottenuti, commentare i grafici e le varie curve e quant'altro”. Tutti rimasero contenti, fu una bella soddisfazione. Anche le reazioni dei conoscenti che mi chiedevano se davvero avessi fatto una relazione sulle maglie della Fiorentina. È una cosa particolare, ed è piaciuta.

 Lo spettroradiometro "in azione" sulla maglia viola del 1970

-In cosa consisteva lo studio con la strumentazione?

Capire quanto rosso o quanto blu avevano le varie maglie, e vedere i vari fattori: il materiale, l'avvento degli sponsor tecnici, i risultati con le televisioni e il modo con cui la gente le percepiva. Per esempio la maglia del 2000 conteneva molto blu, e alcuni tifosi se ne accorsero e si lamentarono anche con vari striscioni che recitavano “no alla maglia tendente a'i'blu”. Entrano in gioco moltissimi fattori. Magari in televisione si percepisce un colore e dal vivo, allo stadio, un altro. Il viola è un risultato tra rosso e blu, usando miscele diverse.

 La maglia della Fiorentina del 2000, tendente al blu

-Quali sono le cose più interessanti venute fuori da questo studio?

È venuto fuori che le maglie relative agli anni '60 sono più scure rispetto a quelle più recenti, anche a causa dei materiali. Il sintetico è più luminoso. C'è poi un cambiamento grafico dagli anni '80. I loghi cambiavano il colore delle maglie, tra il giglio, lo scudetto, lo stemma della Coppa Italia. Tutte cose che si aggiungevano col tempo e hanno portato i cambiamenti.

-Quali sono le maglie che ti sono piaciute di più?

Ho studiato le maglie dagli anni '60 al 2013, ovviamente andavano direttamente al nome: Antognoni, Batistuta. Ma se devo essere sincero quelle poco dopo il 2000, con l'avvento del sintetico e i nomi più recenti come Toni e Mutu. Le primissime, degli anni '60, mi hanno colpito molto: con la lana così pesanti, mi sono chiesto come facessero a correre 90 minuti sudando tantissimo sotto quelle maglie.

 La maglia numero 10 di Giancarlo Antognoni, 1975

-Questo studio ha influenzato un lavoro svolto e portato dal Cnr e dal Museo Fiorentina a Torino e potrà influenzarne altri in futuro.

Da qui si potranno studiare le maglie future e valutarle non necessariamente tornando al 1960, ma prendere quelle dell'inizio del nuovo millennio e arrivare fino, per esempio, al 2020, prendendo in esame un intervallo meno vasto.

-Andando ad un argomento che ha fatto discutere di recente: la terza maglia della Fiorentina per la stagione attuale, ti piace da un punto di vista puramente estetico?

Ad esser sincero preferivo quella dell'anno scorso. Quest'anno ha un colore tra l'arancione e il rosa salmone, l'anno scorso era un bel blu notte, molto più bello.

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