Abbiamo incontrato Edmundo Alves de Souza Neto, in arte Edmundo il grande campione che ha fatto sognare e arrabbiare Firenze. Iniziamo la nostra chiacchierata nel ricordo di Julio Botelho "Julinho" di cui domani ricorre il decimo anniversario della scomparsa.
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Edmundo a VN: “Tifo viola e mi pento di una cosa”
Il suo passato a Firenze, i tifosi e il rapporto con Bati e Rui (COMMENTA)
Edmundo, dovevi ancora nascere quando Julinho Botelho ha vinto con la Fiorentina il primo scudetto. Che ricordi hai di questo grande campione?
"Julinho è stato uno delle migliori ali destre del Brasile e del mondo, e in Italia è considerato un idolo per tutto quello che ha fatto e mostrato lì. Ho sempre sentito parlare bene di lui e essere paragonato al grande Julinho mi inorgoglisce, visto che lui è conosciuto in tutto il mondo come un grande giocatore".
Dentro il campo, nonostante il calcio di allora fosse molto differente dal calcio di adesso, cosa ti accomunava al grande Julinho, oltre al ruolo?
"In comune abbiamo avuto la grande volontà di giocare e la grinta. Io non sono stato così geniale come lui, ma la forma di scendere in campo, quella si, sicuramente era la stessa".
Quando hai giocato tu a Firenze, per molto poco non arriva anche il terzo scudetto. Cosa mancò a quella Fiorentina per vincere il campionato?
"Si, eravamo una squadra molto forte, ma la panchina era corta e questo ha inciso, secondo me, nella seconda parte della stagione, quando si cominciò a far sentire il peso di un campionato lungo e combattuto".
Quanto ha inciso la tua "saudade" del Brasile mentre eri a Firenze? E perché sei rimasto solo 2 anni?
"La città di Firenze è splendida e mi sono adattato molto bene. Però i brasiliani sono un popolo molto legato al proprio Paese e alle proprie origini, e questa è stata la mia grande difficoltà in quell'epoca. Se fosse oggi, con più maturità, sarebbe stato più facile avere a che fare con la "saudade", e sicuramente sarei rimasto più a lungo. Sono pentito di non aver dato maggiori allegrie a dei tifosi che mi hanno sempre appoggiato molto!".
A Firenze sei ricordato dai tifosi viola come una persona allegra ma con un "caratterino…". Che ricordo hai dei tifosi della Fiorentina? Che differenza vedi fra loro e i tifosi brasiliani in generale?
"È una tifoseria appassionata e meravigliosa. Con me sopratutto sono stati sempre stupendi. L'ultima volta che sono stato a Firenze ho ricevuto lo stesso affetto che avevo allora e sono stato sempre ben ricevuto. La differenza è che i tifosi italiani sono più fanatici dei brasiliani ed hanno un grande rispetto e affetto con i singoli atleti".
E di Firenze come città, cosa ti manca?
"Amavo la mia casa, che era in un quartiere molto elegante e tranquillo. Fra i monumenti che mi impressionavano sempre che passavo nei paraggi non mi scorderò mai di Palazzo Pitti, così bello e imponente e pieno di significati e storia. Amavo passeggiare in centro, passare di fronte al Duomo e dopo cena andare a vedere l'illuminazione del Ponte Vecchio. È una città incantevole".
Hai giocato con due grandi nomi del calcio mondiale: Batistuta e Rui Costa. Raccontami come era la relazione fra voi 3 nello spogliatoio e il perché di tanti conflitti con il portoghese.
"Non c'era questo grande conflitto che si diceva. Si, in alcuni momenti o situazioni le opinioni erano differenti, e per ordini superiori si voleva far passare l'immagine che tutti noi la pensavamo allo stesso modo e non era vero. Ma il nostro rapporto non era brutto, anzi Batistuta è venuto due volte in Brasile e mi ha chiamato per cenare insieme. E anche Rui è stato un ottimo compagno di squadra".
Buona parte di tifosi non ti perdonano fino ad oggi il viaggio, incluso nel tuo contratto, in occasione del Carnevale, mentre Batistuta si era appena infortunato rimanendo fuori dal campo per un mese. Se fosse oggi, avresti rinunciato alle ferie o faresti tutto come allora?
"Come tu stesso hai detto, c'era un accordo preciso e scritto con la società su questo periodo di ferie. La società era già venuta meno ad altri aspetti contrattuali, ma su questo io feci valere quello che era già stato accordato da tempo. Ma se penso ai tifosi, io non ripeterei quello che ho fatto allora. Ti dirò di più, io non mi pento mai di niente, ma di questo viaggio ancora oggi io non mi dò pace di averlo fatto! Oggi come persona più matura avrei agito di forma differente, e avrei rinunciato alle ferie con certezza".
Per finire: segui il campionato italiano? Hai già visto giocare l'attuale Fiorentina? pensi che sia una squadra che possa competere a che livello nel campionato attuale?
"Non lo seguo con tanta frequenza come vorrei, visto che oggi lavoro come opinionista in una tv brasiliana. La Fiorentina ha un grandissimo talento che si chiama Jovetic e intorno a lui la squadra farà, come sta facendo, un campionato di vertice. Sono tifoso sfegatato della Fiorentina e aspetto con ansia il terzo scudetto, perché ho un grande amore per questa squadra, per i tifosi e la città".
Dal Brasile - ANDREA CHIAVACCI
Un video pescato da youtube
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