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Dalle Mura a VN: “Vivo un sogno, voglio tanti anni in viola. L’emozione per la prima con i big mi fece perdere il treno”

Abbiamo intervistato in esclusiva Christian Dalle Mura, difensore classe 2002, futuro della Fiorentina

Iacopo Nathan

In questo periodo complicato e senza calcio, abbiamo parlato in esclusiva con Christian Dalle Mura, difensore della Fiorentina Primavera, classe 2002, pilastro delle selezioni giovanili e grande prospetto futuro della squadra viola. A tal proposito vi proponiamo la scheda completa di Christian su Tuttitalenti.com

Ciao Christian, innanzi tutto ti voglio chiedere come stai e come stai trascorrendo questo momento complicato.

Fortunatamente sto bene e non ho avuto alcun problema di salute in questo periodo, anche i miei genitori stanno bene ma non è assolutamente un momento facile. Cerchiamo di fare tante cose insieme, guardiamo un sacco di serie tv, facciamo spesso dei giochi da tavolo e magari cerchiamo di sperimentare alcune ricette nuove. Più o meno ogni 3/4 giorni uno tra mia mamma e mio papà va a fare la spesa per comprare il necessario; una volta al giorno mio papà porta fuori il cane restando ovviamente vicino casa e stando fuori solo una decina di minuti.

Raccontaci una tua giornata tipo in quarantena, come si fa a rimanere in forma?

La mattina seguo le videolezioni con la mia classe, che in media cominciano alle 9 e finiscono alle 12, poi svolgo l’allenamento che quotidianamente ci viene inviato dal preparatore atletico, sfortunatamente non ho spazio per correre quindi a fine allenamento faccio sempre un po’ di cyclette. A pranzo mi riunisco a tavola con i miei genitori. Dopo pranzo possiamo scegliere se guardare un film, fare un gioco da tavola, giocare un po’ con il cane, insomma cerchiamo di occupare il tempo libero. Spesso verso le 18 cominciamo a consultare delle ricette su internet da poter riprodurre a cena. In questo momento l’alimentazione è importantissima per mantenersi informa e per non farsi trovare impreparati quando riprenderanno gli allenamenti. Dopo cena, spesso gioco alla play con i miei amici, ma più che altro parliamo e confrontiamo le nostre idee riguardanti questo momento difficile. Cerco di non andare a letto tardissimo, provando a mantenere gli orari della classica routine invernale.

Siete in contatto con gli altri ragazzi della Primavera e Mister Bigica?

Tra compagni ci sentiamo spesso fortunatamente. Mister Bigica è sempre molto interessato alla nostra salute e ci contatta spesso per sapere come stiamo. Negli ultimi giorni insieme allo staff, ha avuto un'idea molto carina che ha voluto condividere con noi: ovvero quella di rivivere il nostro percorso in coppa Italia partita dopo partita; il nostro compito è quello di analizzare le partite tramite una relazione nella quale evidenziare le cose positive e quelle meno. Sicuramente una cosa bellissima per stimolarci e renderci conto del cammino che abbiamo fatto.

Pensiamo un po’ al campo, raccontaci che giocatore sei, quale è la tua posizione preferita, e chi è stato il tuo idolo o modello da bambino.

Sono un difensore centrale mancino, e in questa stagione ho giocato in posizione di centro-sinistra in una difesa a 4. Mi piace molto impostare il gioco dal basso, magari rischiando anche la giocata per mettere nelle migliori condizioni i nostri giocatori più avanzati, per velocizzare e aiutare la manovra offensiva. Grazie a mister Bigica ho avuto la possibilità di confrontarmi con gli attaccanti del campionato primavera, quindi praticamente sempre di età superiore alla mia, e questo mi ha fatto sicuramente crescere sotto ogni punto di vista della fase difensiva. Fin da quando ero piccolo il mio idolo è sempre stato Andrea Pirlo, anche se non ricopro il ruolo che lui prediligeva, mi è sempre piaciuta la tranquillità e la personalità che aveva palla al piede, la capacità di passare la palla al compagno nel modo migliore per agevolarlo nella giocata successiva.

 La Gazzetta dello Sport ti ha indicato come il difensore centrale del futuro per l’Italia intera, insieme a talenti del calibro di Upamecano e Todibo. Te lo saresti mai aspettato solo un anno fa?

Sono onorato di questo, la notizia mi è arrivata da mister Fazzini, allenatore dell’under 17, con il quale ho un bellissimo rapporto,che mi ha mandato la foto dell’articolo. Devo dire che la notizia mi ha un po’ scosso perché è un onore per me essere affiancato a nomi dal calibro di giocatori pienamente affermati come Upamecamo e Todibo. Sono rimasto veramente contento di essere citato in questo articolo anche accanto a Lorenzo Pirola, difensore impressionante che spero di vedere presto affermarsi in serie A con l’Inter.

Parliamo della tua esperienza in Primavera, come vivi il settore giovanile e quanto è importante per la tua crescita mister Bigica.

Questo è il nono anno si settore giovanile, quindi ho potuto apprezzare al meglio la cura e l’importanza che la società riserva ai propri giovani. Mister Bigica è stato ed è ancora fondamentale nella mia crescita perché intanto, mi ha portato in primavera da sotto età, ha subito individuato i miei limiti e ha cercato di aiutarmi nel migliorarli. Mi ha dato fiducia sin dalle prime partite e questo mi ha sicuramente aiutato nell’affrontare al meglio ogni gara, mi piacciono molto le parole che usa per spronarci nello spogliatoio, facendoci capire quanto sia importante avere quel giglio sul petto.

C’è ancora una finale di Coppa Italia da giocare, quanto siete carichi e vogliosi di arrivare pronti a quella sfida?

Se ci saranno le condizioni sanitarie per giocare la finale di Coppa Italia ci faremo trovare pronti. Vogliamo confermare quanto di buono fatto nella scorsa edizione.

Siamo convinti che il tuo debutto in prima squadra non tarderà ad arrivare, come è già arrivata la prima convocazione, seguita poi da altre. Raccontaci le emozioni che hai provato quando l’hai scoperto e come hai vissuto quell’esperienza.

Mi auguro anch’io che questo momento arrivi presto però devo dire che sono già contentissimo della fiducia che mi è stata riservata da tutti i responsabili della società, perché ogni giorno è sempre un onore potermi allenare con giocatori che guardo sempre alla televisione con mio papà. La prima convocazione avvenne lo scorso 2 febbraio che coincideva anche con il giorno del mio diciottesimo compleanno. Ricordo che due giorni prima mentre stavo svolgendo la seduta di rifinitura con la primavera arrivó una chiamata a mister Bigica il quale mi disse di andare subito a cambiarmi perché dovevo allenarmi con la prima squadra. Ovviamente da tifoso viola sapevo che quel week end ci sarebbe stata Juventus-Fiorentina, ma non avrei mai immaginato che sarei stato convocato. Quando arrivai al centro sportivo della prima squadra svolsi la rifinitura e a fine allenamento cominciai ad intuire che forse mi avrebbero convocato. Mentre tornavo a casa in treno non capivo niente, ero talmente emozionato che chiamai i miei genitori e ci parlai talmente tanto che mi dimenticai di scendere alla stazione Pisa per prendere la coincidenza per Viareggio, quindi arrivai anche mezz’ora dopo a casa. Il giorno dopo ci sarebbe stata l’ultima seduta mattutina e poi saremmo partiti per Torino. Quando a fine allenamento vidi il mio nome tra la lista dei convocati non capii più niente, ero veramente contentissimo. Non mi scorderò mai quella prima convocazione perché anche l’occasione vedere giocatori come Ronaldo, Chiellini e tanti altri capita poche volte nella vita.

In prima squadra ci sono giocatori che possono aiutarti molto nel tuo processo di crescita, come Pezzella o Caceres, quanto ti stanno aiutando?

Innanzi tutto, sono dei ragazzi fantastici, sempre pronti ad aiutarti. Vedendo i loro movimenti, le loro giocate, si imparano molte cose perché sono giocatori esperti e sono da esempio in ogni cosa che fanno.

Hai già conosciuto Moena ed il ritiro estivo, anche se con i giovani, sei pronto per replicare con i grandi?

Il ritiro a Moena è stato bellissimo, poter vivere l’esperienza del ritiro nello stesso modo della prima squadra è stato molto istruttivo, e ci ha sicuramente aiutato nel cominciare la stagione al meglio.

In questo momento sei il prototipo del giocatore perfetto per la Fiorentina del futuro, giovane, di grande talento e legato alla maglia viola, è qui che ti vuoi imporre nel calcio che conta?

Fin da piccolo ho sempre sognato di poter giocare per la Fiorentina, sono andato tantissime volte al Franchi spretando di poterci giocare un giorno. Sicuramente il mio sogno sarebbe quello di rimanere per tantissimo tempo in Viola.

Cosa vorrebbe dire per te vestire la maglia della Fiorentina in Serie A, un giorno?

Sarebbe la realizzazione del mio sogno, penso che tutti i ragazzi dai più piccoli a quelli più grandi sperino di poter giocare per la propria squadra del cuore. Prima di tutto io sono un tifoso Viola quindi sono 9 anni che sto vivendo un sogno.

Apriamo il capitolo nazionale, visto che hai fatto parte dell’Italia Under 17 all’ultimo campionato del Mondo. Raccontaci cosa hai vissuto a giocare fino ai quarti di finale di una competizione così importante con la maglia azzurra.

Penso sia stata una delle esperienze più belle della mia vita, aver fatto parte di quella squadra è stato un orgoglio. In quel mondiale giocai a destra, e devo ringraziare il mister Carmine Nunziata che mi dette fiducia schierandomi sul centro-destra accanto a Pirola, dato che non si vedono spesso due mancini centrali di una difesa a 4. Potersi confrontare con i giocatori più forti del mondo della mia categoria è stato incredibile. Da giocatore l’esperienza del mondiale ti lascia dei ricordi indelebili, perché percepisci il tifo della tua gente, con la tua squadra rappresentate una nazione che anche se in quel momento è lontanissima da te, ti guarda alla televisione e urla come se fosse allo stadio. Cantare l’inno italiano in un mondiale penso che sia la scarica di adrenalina più potente che un giocatore possa ricevere. Ripenso spesso a quell’esperienza e ripensando all’ultima partita resta un po’ l’amaro in bocca, ma comunque abbiamo sempre dato il massimo senza mai tirarsi indietro.