Viola News
I migliori video scelti dal nostro canale

esclusive

Bressan a VN: “Commisso ambizioso, ma occorre pazienza. Serve il nuovo stadio”. Su Chiesa e il Barcellona…

A tu per tu su Instagram con Mauro Bressan. E chi se la scorda la rovesciata al Barcellona!

Iacopo Nathan

Tramite la nostra pagina Instagram, abbiamo parlato in esclusiva con l'ex viola Mauro Bressan, alla Fiorentina dal 1999 al 2001. Indimenticabile il gol in rovesciata contro il Barcellona al Franchi in Champions League. Queste le sue parole:

"L'arrivo alla Fiorentina? Nelle due stagioni precedenti avevo giocato a Bari con Fascetti. A gennaio ero in scadenza di contratto col Bari, avevo richieste da Fiorentina, Napoli e Roma. Mio papà tifa viola, Trapattoni mi voleva e la Fiorentina giocava la Champions League, quindi non ebbi problemi a scegliere i gigliati, anche se da qualche altra parte avrei potuto guadagnare di più. I due anni a Firenze sono stati bellissimi. Giocare la Champions League è sempre stato il mio sogno. Con Terim abbiamo giocato, per un paio di mesi, un calcio bellissimo. A febbraio andò via, ma ci portò in finale di Coppa Italia che vincemmo con Mancini, quella fu una serata trionfale. Stare nello spogliatoio con Batistuta e Rui Costa è stato emozionante.

Il gol al Barcellona? Mi emoziono sempre quando lo racconto. Ci fu un rimpallo, la palla arrivava dall'alto. Mi sono concentrato sulla coordinazione. Certo, ci vuole anche fortuna, ma la fortuna aiuta gli audaci. In Champions League, contro il Barcellona, quella palla non poteva finire fuori, ma all'incrocio dei pali. Sono orgoglioso di averlo fatto con la maglia viola, in primis per mio papà, tifoso della Fiorentina dagli anni sessanta. Dopo il gol ero sballottato. Dopo la partita, in televisione, Trapattoni mi chiese: 'Ti rendi conti di cosa hai fatto?'. Nel tempo, grazie anche a Internet, mi sono goduto sempre di più quel gol.

La vittoria della Coppa Italia? Fu una cavalcata di otto partite. Nella semifinale d'andata contro il Milan a San Siro pareggiammo per 2-2. Segnai un gol grazie all'assist di Chiesa. Al ritorno vincemmo 2-0. Nella finale d'andata a Parma feci il cross per il gol di Vanoli. Al ritorno subito il gelo con il vantaggio di Milesovic, poi il pareggio di Nuno Gomes. Spero arrivi qualche trofeo, sono passati vent'anni da quella coppa, porca miseria.

Mancini? All'inizio non poteva allenare perché non aveva la deroga, infatti lo chiamavamo per nome, ma si vedeva che aveva la stoffa dell'allenatore. Si vede la sua mano in nazionale, di più che con i club perché ha sempre allenato grandi squadre.

Commisso? Sono contento che sia arrivato. Per vincere servono le basi, a partire da un presidente ambizioso, ma con i soldi non si può fare tutto e subito, serve pazienza. Spero che presto ci sia la parola fine al nuovo stadio. La Fiorentina deve averlo. Credo che Commisso punti ad arrivare tra le prime quattro.

Differenza tra Enrico e Federico Chiesa? Enrico era un attaccante sensazionale, viveva per il gol. Non gli piaceva tanto allenarsi. Sulla trequarti aveva intuizioni eccezionali. Federico è più completo, può giocare in fascia, non lo vedo come punta fissa. Ha un fame incredibile. Commisso può costruire su di lui l'identità della Fiorentina. Avrà tante richieste, ma Federico dovrà pensare se essere uno dei tanti in altre piazze o se essere  a Firenze come Batistuta, non come ruolo ovviamente, ma come importanza".

tutte le notizie di