Seconda parte dell'intervista pubblicata ieri con Giancarlo Antognoni (LEGGI LA PRIMA PARTE CLICCANDO QUI)
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Antognoni a VN: “Ecco cosa farei con Jovetic”
L’Unico 10 parla di Fiorentina e non solo (COMMENTA)
A proposito, chissà che cosa farà la Fiorentina con Jovetic…
Se la Fiorentina vuole puntare in alto Jovetic deve tenerlo. Perché poi lo devi sostituire… Non è che puoi prendere un ragazzo di 18 anni e sperare che in 4 o 5 anni diventi come lui… Così riparti da capo. Ci sono società che fanno così per sopravvivere, ma una Fiorentina di media-alta classifica, se vuol rimanere a quei livelli o migliorare, deve tenere i giocatori buoni.
Giancarlo, nella tua lunghissima carriera qual è stato lo stadio in cui hai sentito più il peso del potere calcistico? Insomma quello dove, guardandoti intorno, ti sei detto “accidenti, quanto sono grandi questi qua”?
I soliti. Milano, Torino… All’estero Barcellona, Madrid, stadi immensi dove a volte ti trovi un po’ spaesato e capisco un giocatore giovane come Niang che si trova davanti al portiere del Barcellona e prende il palo: a 19 anni ha sul piede un jolly da giocare… Non è facile. Ci sono stadi che ti mettono soggezione. Tutti parlano dello Juventus Stadium: in effetti, tutto il pubblico addosso, 40.000 persone… Non è facile nemmeno per l’arbitro.
Quindi anche l’arbitro lo sente questo peso?
L’arbitro è una persona normale e quindi lo sente il peso del pubblico. Gli assistenti poi, che il pubblico ce l’hanno dietro… Oggi vivi sul filo di un fuorigioco.
Ma anche a Genova la pressione del pubblico è forte.
Ma la sudditanza c’è sempre, ci sarà sempre. Senza nulla togliere al valore degli arbitri… Questo mestiere è diventato sempre più difficile...
Ma la Juventus il problema stadio lo ha risolto. E le altre che fanno?
Dovrebbero risolverlo anche loro, perché non si può più vedere campi in cui vai a giocare in condizioni difficili. Si deve tornare a fare stadi nuovi con introiti maggiori per le società. La Juve è stata la prima, vediamo se anche le altre riusciranno a ottenere questo. Anche perché in Italia non è sfruttato nemmeno il merchandising, cosa che invece all’estero fanno benissimo. Germania, Inghilterra…
Tornando al calcio giocato, qual è stato il giocatore più forte che hai visto?
Maradona. Tra quelli che ho visto io è stato il più forte. Ne ho visti anche altri. Cruijff, Platini, Van Basten…
Ma Messi è a livello di questi fenomeni?
Il Messi visto con il Milan è a livello di Maradona perché è determinante. Il primo gol segnato è difficilissimo perché ha tirato da fermo e ha piazzato il pallone all’incrocio dei pali con due avversari che provavano a contrastarlo. Il secondo invece è segno di grande intelligenza, perché riuscito a far passare il pallone in mezzo alle gambe dell’avversario. Sono quei giocatori che hanno qualcosa in più.
Il tuo più grosso rimpianto è stato quello di non aver vinto quasi niente con la Fiorentina oppure di non aver giocato la finale mondiale dell’82?
Tutti e due. Anzi, c’è anche un terzo rimpianto: quello di non aver mai giocato la Champion League o Coppa dei Campioni, che prima giocava solo chi vinceva il campionato. Io non l’ho mai vinto, quindi…
Anche se poi nell’81-82 la Fiorentina andò vicinissima a vincere lo scudetto. Dicevano che non si poteva arrivare allo spareggio con il mondiale alle porte e per questo tutto doveva decidersi all’ultima giornata.
Dopo tutto quello che è successo i dubbi rimangono. Intendo quello che è successo dopo, negli anni. Senza fare nomi. Però a Cagliari giocammo male…
DUCCIO MAGNELLI
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