Strane storie. Strani addii. Quello col giglio tatuato sul cuore. E quello che qui era rinato e non avresti mai pensato che ti avrebbe mollato così presto. Sì. Viviano il tifoso che non vorrebbe mai partire e Pizarro il professore intorno al quale avevano costruito una squadra. E la squadra resta, è lui che se ne va.
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Viviano e Pizarro, strane storie al capolinea
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
E quello di Pizarro è l’addio che fa più male. Perché è vero che i fiorentini hanno visto tutto e alla fine è solo la maglia ciò che resta. Ormai sappiamo bene come funzionano le cose in un mondo organizzato a tavolino secondo la logica del potere e del denaro. La storia di Jovetic spiega tutto. E, infatti, la partenza di Jo-Jo tanti l’avevano messa in preventivo, segnata e sottolineata sull’agenda dei sentimenti scoloriti: si strappa una pagina e via, si ricomincia senza menarsela tanto. Ma è pure vero che questa Fiorentina ha ricostruito con la sua gente un rapporto speciale, una incredibile fiducia reciproca che aveva rimesso in moto quella empatia che trasforma i giocatori in simboli ed esempi. Cuadrado, Borja Valero e Pizarro. Il ballerino, il comandante e il professore. Gente da amare.
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