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Tensione Ljajic

Tra indifferenza, mal nascosta, rabbia e voglia di pensare che, comunque, alla fine, Adem Ljajic, potrebbe pure restare. Firenze è divisa. Eppure un anno fa, fin dal ritiro di Moena, …

Redazione VN

Tra indifferenza, mal nascosta, rabbia e voglia di pensare che, comunque, alla fine, Adem Ljajic, potrebbe pure restare. Firenze è divisa. Eppure un anno fa, fin dal ritiro di Moena, il partito di coloro che speravano nella cessione immediata, dopo la rissa in campo con Adem Ljajic, era numerosissimo. Il serbo redento, ora, è tornato di nuovo a mettere il costume dell’anti-eroe. E’ vero che ieri, arrivando al centro sportivo, c’è stato chi lo ha accolto facendosi firmare qualche autografo, ma non è mancato chi lo ha definito ingrato.

Domani, che vada in campo, in panchina o anche in tribuna, i trentamila del Franchi faranno sentire la loro voce. Un primo assaggio c’è stato in occasione della presentazione della squadra, a poche ore dal debutto nei play off di Europa League col Grasshopper, ma domani la dose potrebbe anche essere rincarata. «Siamo un po’ tutti indispettiti — ha detto Filippo Pucci, presidente del Centro di Coordinamento Viola Club —. Se fino a una ventina di giorni fa riuscivamo ad essere ancora pazienti, di fronte a questo atteggiamento del giocatore viene spontaneo essere disarmati. Se non accetterà le soluzioni proposte dalla Fiorentina, è bene che la società lo metta in un angolo, direttamente in tribuna. La sua stagione, è bene che ne sia consapevole, non sarebbe certo come la scorsa, tra applausi e ovazioni: ci sta bene tutto, ma non un comportamento del genere». 

Su internet, tra blog e social forum, c’è molta più intransigenza. Nel mirino, oltre al giocatore, c’è pure il suo agente, Fali Ramdani. E se c’è chi la butta sull’ironia «lasciamolo in tribuna con un barattolo di Nutella in mano, così l’anno prossimo al Milan ci va rotolando», qualcuno è molto più indispettito.

Ai tifosi  non è andato giù nemmeno il mancato saluto di Zurigo, non per il gesto in sé quanto per la mancanza di rispetto — dicono — mostrata nei confronti del resto della squadra e della città. In sostanza, pare difficile da accettare la totale mancanza di gratitudine di una realtà, quella viola, che nonostante tutto è stata capace di passare sopra al grave gesto accaduto tra il serbo e Delio Rossi. Non va giù questo tira e molla, la perenne indecisione manifestata fin da quando si è cominciato a parlare di rinnovo del contratto. Qui si tratta di amore per la maglia, dicono. E queste settimane di ritardo sanno quasi di beffa, perché i giorni per tornare sul mercato per i viola sono sempre meno. Comunque vada, domani non saranno carezze. E nemmeno indifferenza.

Ieri pomeriggio (proprio come rilanciato da Radioblu e dai siti internet), il serbo è stato accerchiato nella sua macchina da un gruppo di tifosi, una parte dei quali ha contestato il numero 22 mentre invece la restante parte ha chiesto foto ed autografi al calciatore.

La Nazione