Ramadani, l’uomo da 70 milioni

Come altri procuratori di moda, anche Fali Ramadani proviene dal mondo della ristorazione. E’ uno che sa mangiare bene, come del resto Carmine Raiola, detto Mino, che prima di diventare ricchissimo faceva il pizzaiolo. Anche Ramadani pensava ai menù, poi è passato ai giocatori: in un anno la sua colonia svizzero-slava ha portato 68 milioni (e Savic) nelle casse della Fiorentina e per questo l’uomo dei conti viola lo tiene in considerazione come la Madonna di Czestochowa.

Per inciso resta agli atti che Nastasic (venduto a 25 milioni più Savic), Behrami (10), Seferovic (3) e Jovetic (30) sono stati acquistati da Corvino per poco meno di 15 milioni, ma questo è un altro discorso che certo non fu tenuto in considerazione la notte dopo lo 0-5 in casa contro la Juve. Serviva un colpevole, fu comodo individuarlo, gettarlo in pasto e amen.

Restano i 53 milioni di plusvalenza in un anno, anche di più considerati gli ammortamenti, un gigantesco Bancomat per la Fiorentina. L’abilità di Pradè e Macia ha fatto il resto con acquisti di piccolo prezzo e grande spessore come Borja Valero, Gonzalo, Pizarro, Aquilani, Mati, Compper, fino a Cuadrado e ai più recenti colpi di Rossi e Gomez (passando per Joaquin, Ambrosini, Alonso, Iakovenko). Due campagne ispirate dall’assenza di errori, compresa la scelta coraggiosa di Montella.

Procuratori diversi in entrata, ma in uscita il protagonista assoluto è stato Ramadani, l’uomo che ha un canale privilegiato con la proprietà (non gli piacciono gli intermediari interni e ha stabilito la sua regola). Rapporti di stima reciproca con l’uomo dei conti. Per questo — comunque vada — anche Ljajic sarà un affare vantaggioso per tutti. Il menù di Ramadani è sempre aggiornato: sai cosa compri, sai cosa mangi, sai a quanto vendi.

La Nazione