Ci sono corteggiamenti (calcistici) che durano per anni. E spesso non si concretizzano mai. Ma a volte diventano quasi uno sfizio da togliersi, anche quando ormai il giocatore in questione non è più al culmine della sua carriera. Anche così può spiegarsi l'idea Adrian Mutu per la Fiorentina in vista del mercato di gennaio. Un'ipotesi suggestiva che dà adito a molti pro e molti contro (LEGGI) e che sta dividendo tifosi e addetti ai lavori. Non c'è solo la prospettiva, da parte del club, di ripetere l'operazione-Toni, con costi bassissimi e magari medesimi risultati sul campo. C'è anche una spinta in più che arriva da Daniele Pradè, che ha sempre avuto un debole per l'attaccante romeno. E che nel luglio 2008 fu ad un passo da coronare il suo sogno: portarlo alla Roma. Fu lui infatti a portare avanti la trattativa con Corvino, sulla base di 19 milioni di euro, con un contratto già pronto per Mutu da 3,2 milioni di euro netti a stagione, molto più di quanto percepiva a Firenze. Ma a bloccare il passaggio del 'Fenomeno' al fianco di Totti fu Prandelli, che fece capire ai Della Valle che non avrebbe accettato di perdere un suo giocatore così importante a 15 giorni dal preliminare di Champions. "Mutu era nostro" rivelò qualche giorno dopo Pradè. E in quella rosa agli ordini di Spalletti c'era anche Vincenzo Montella, ormai a fine carriera e ai margini delle gerarchie del tecnico toscano. Lui e Mutu sarebbero potuti diventare compagni di squadra e adesso potrebbero ritrovarsi come allenatore-giocatore, anche perchè a quanto pare lo stesso Aeroplanino vedrebbe di buon occhio questa soluzione, per avere maggiori opzioni in un attacco sempre martoriato dagli infortuni. Vedremo se tutto si concretizzerà o se l'imprevista inattività per il mancato tesseramento con il Pune City cambierà le carte in tavola.
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Pradè e quel debole per Mutu: può togliersi lo “sfizio”, 7 anni dopo
Storia di una passione (calcistica) di lunga data. Ecco come nasce l’idea di riportare il romeno a Firenze
SIMONE BARGELLINI
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