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Calvario

Nastasic, dalle incomprensioni con Pellegrini agli infortuni: 9 anni difficili

ANKUM, GERMANY - AUGUST 09: Matija Nastasic of Schalke looks on prior to the pre-season friendly match between FC Schalke 04 and VfL Osnabrueck at Quitt-Stadion on August 09, 2020 in Ankum, Germany. (Photo by Christof Koepsel/Getty Images)

Le ultime stagioni di Nastasic ai raggi X: tanta sfortuna per il centrale serbo, che ora spera nel rilancio a Firenze

Alessio Crociani

Magari non sarà il sostituto di Milenkovic, destinato a lasciare Firenze grazie alla sponda dell'agente Fali Ramadani, ma il ritorno a Firenze di Matija Nastasic rappresenta comunque un punto di (ri)partenza per una difesa - quella viola - nel bel mezzo di un forte rinnovamento. Tutto apparecchiato dunque per la doppia operazione, ormai è solo questione di tempo. Prima di avventurarsi in confronti ingenerosi, andrà capito bene quale sarà il ruolo del quasi ex Schalke 04 all'interno della rosa viola. Prima alternativa? Oppure titolare? In attesa di avere quale certezza in più a riguardo, abbiamo voluto dare un'occhiata alla carriera di Nastasic negli ultimi 9 anni, ovvero dall'arrivederci a Firenze del 2012 fino a oggi.

Cos'è andato storto? Cosa è successo affinché un enfant prodige del calcio europeo, quello che si credeva un predestinato, si evolvesse in un semplice buon giocatore? Riavvolgendo il nastro la prima cosa che balza agli occhi è la quantità, oltre alla gravità, degli infortuni subiti tra l'avventura a Manchester e quella in terra tedesca. Un vero e proprio calvario che inizia a febbraio 2014, dopo una prima stagione e mezzo incoraggiante al City (50 presenze all'attivo, molte delle quali dal primo minuto) minata fino ad allora solo da una lesione ai legamenti della caviglia nel precampionato 2012 e un problema al polpaccio accusato a dicembre 2013. Stavolta ci va di mezzo il ginocchio e Nastasic è costretto ad un lungo stop. Stagione nuova vita nuova, avrà pensato. E invece no, perché durante l'infortunio il difensore serbo perde il posto: Pellegrini non lo vede più, da lì le incomprensioni con il manager (confessate dallo stesso giocatore, "mi diceva di aspettare l'occasione giusta ma non capivo le esclusioni, potevo dare di più alla squadra"), un nuovo infortunio alla coscia tra novembre e dicembre 2014 ed il passaggio allo Schalke nel gennaio seguente.

A Gelsenkirchen il centrale serbo sembra ritrovare lo smalto dei tempi migliori: si impone fin da subito come titolare inamovibile e trascina la squadra di Roberto Di Matteo (suo grande estimatore) ad un ottimo sesto posto in Bundesliga. Sembra il preludio ad un rilancio in grande stile, ma è ancora la sfortuna a mettere il bastone tra le ruote. Salta il tendine d'Achille, un infortunio che, accusato alla prima di campionato contro il Werder Brema, metterà fuori dai giochi Nastasic fino al termine della stagione. Una mazzata terribile, anche se il giocatore saprà reagire alla grande: nella stagione 2016/2017, nonostante un paio di guai muscolari, riesce a riprendersi il posto al centro della difesa dello Schalke. Alla fine saranno 35 le presenze totali, un contributo rilevante al 10° posto nel campionato tedesco e, soprattutto, alla buona avventura in Europa League, terminata ai quarti di finale.

Inizia molto bene anche la stagione 2017/2018, quella che per i bianco-blu terminerà con un insperato secondo posto in Bundes. Una grande annata anche per Nastasic (27 presenze), almeno fino ad aprile, quando è di nuovo il ginocchio a fare crack. Il serbo è costretto per l'ennesima volta a ripartire da zero: ci riuscirà, anche se stavolta la qualità del suo rendimento - assieme a quella del resto della squadra - andrà progressivamente a calare. Nastasic alterna piccole ricadute al ginocchio e al tendine d'Achille agli alti e bassi sul campo. Lo Schalke naviga pericolosamente nei bassifondi della classifica tra il 2018 e il 2020 per poi precipitare in Zweite Bundesliga alla fine dell'ultima stagione. Per Nastasic, come se non bastasse la delusione sportiva, un altro problema fisico: un infortunio al polpaccio lo tiene fuori per tutta la seconda parte di stagione. Il resto è storia recente, in parte ancora da scrivere. Ma il ritorno a Firenze è già scritto.

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