Su La Gazzetta dello Sport troviamo un'intervista esclusiva a Sinisa Mihajlovic, c.t. della Serbia in ritiro in Spagna per preparare l'amichevole contro la Colombia. Parole importanti su Adem Ljajic, da sempre suo pupillo, e non solo.
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Mihajlovic: “Fiorentina, non farti scappare Ljajic”
“Montella, grande calcio ma con me i DV, non spesero tanto” (COMMENTA)
Qual è la sua griglia per il campionato?
«Juve favorita, poi Napoli e Fiorentina che si sono rinforzate, Milan un gradino più su di Inter, Roma e Lazio».
Il Milan vorrebbe completare l’attacco con Ljajic, è la scelta giusta?
«Galliani ha fiuto, se riesce a prenderlo fa un affare. Adem lo conosco bene, con me ha cominciato a giocare con continuità. È cresciuto molto, adesso fa tanti gol, è completo e duttile. Sta diventando un grandissimo giocatore, io se fossi al posto della Fiorentina non me lo lascerei scappare. Ljajic vale un sacrificio economico: l’hanno fatto con Jovetic quando doveva rinnovare il contratto, possono farlo anche con lui».
Lei lo sponsorizza però non lo convoca più in nazionale...
«Questa è un’altra storia e non ha niente a che vedere con il suo talento. Quando sono arrivato ho messo delle regole e ho fatto firmare a tutti un codice di comportamento, tra cui c’è l’obbligo di cantare l’inno. Può sembrare una sciocchezza, ma per me è importante. Io ho giocato in anni in cui il nostro inno veniva fischiato, adesso i miei giocatori applaudono quando c’è l’inno avversario e anche i nostri tifosi stanno imparando. Bisogna recuperare lo spirito d’appartenenza. Ma io non sono arrabbiato con lui: ci siamo parlati, Adem mi ha spiegato che non se la sente di cantare per motivi etnici e religiosi (Ljajic è originario di una regione ai confini con il Kosovo ed è musulmano, ndr) e io lo capisco, però resto fermo sulle mie posizioni».
Dopo lo scontro con Delio Rossi Ljajic è stato etichettato come testa calda: conferma?
«Affatto. Io lo conosco bene, non parla benissimo l’italiano, a Rossi non ha detto niente di così offensivo. L’allenatore non avrebbe dovuto reagire così e credo che se ci fosse stato un altro al posto di Ljajic, per esempio Gamberini, non lo avrebbe fatto. Hanno sbagliato tutti e due ma Rossi di più».
Torniamo alla Fiorentina: Montella, che è stato suo successore anche a Catania, al primo anno ha mancato di poco il playoff Champions.
«Montella è un mio amico e sta facendo un ottimo lavoro, l’anno scorso ha fatto vedere il calcio migliore in Italia, però è più facile quando ti comprano 18 giocatori. Con me la famiglia Della Valle non spese così tanto, io però resto convinto di aver fatto un ottimo lavoro senza Jovetic e con la rosa che avevo. Eravamo tra il settimo e l’ottavo posto, poi mi hanno esonerato e si sono salvati all’ultima giornata. Il mio rammarico è non aver portato la squadra in Europa League, però resto legato alla proprietà e ai tifosi, anche se con gli ultimi ho avuto un rapporto difficile».
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