Roba tosta la Fiorentina. Soprattutto lì davanti. Gente che fa gol. Tanti. L’arrivo di Mario Gomez alza la media (anche dei trofei vinti), ma non c’è solo lui. Anzi. Quest’anno Montella ha a disposizione una delle coppie di attacco più forti della Serie A (Gomez & Rossi) e un bel numero di alternative. Tutti con i piedi buoni e con caratteristiche differenti. C’è il centravanti classico (Gomez), quello alto e grosso che sta lì e butta dentro tutti i palloni che gli capitano. Bravo di testa, rapido negli spazi, abituato a segnare gol a raffica. (...)
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La macchina del gol di Montella
Dietro a Gomez tante alternative
Super Mario ha voglia di vincere ancora. Con la Fiorentina. Lui è l’unico che ha un ruolo solo, il centravanti. Gli altri potrebbero adattarsi a fare anche altro. Rossi, per esempio. Tecnicamente è il giocatore più forte della Fiorentina. Imprevedibile. Dribbling stretto e senso del gol. E’ stato Enzo Bearzot a so- prannominarlo Pepito perché gli ricordava Paolo Rossi, Pablito. 104 gol per lui e quasi due anni senza calcio. Ha voglia e si vede. Qui a Moena è il più carico. Cinque gol nelle amichevoli, capocannoniere insieme a Ljajic. Non ha una posizione, si muove continuamente, gira intorno a Gomez, apre spazi, cerca la porta. Se sta bene è uno da 15-20 gol. La Fiorentina è la sua occasione per tornare nel giro che conta, e trodella vare un posto ai prossimi Mondiali. Prandelli lo tiene d’occhio.
E poi c’è Ljajic. Il ragazzino non ha ancora firmato il contratto — «non è una priorità» ha detto Cognigni — ma ha la stima di Montella e qui si diverte. Nessuno batte le punizioni come lui, salta sempre l’uomo, crea superiorità. E’ un giocatore a cui il tecnico tiene molto. Nel finale della scorsa stagione è stato spesso determinante, se riparte da lì può dare una mano alla Fiorentina, soprattutto in campionato. In Europa ha meno esperienza di altri. Ma Adem è pronto a giocare la sua partita. Sempre che lo firmi quel contratto. «C’è ottimismo» ha detto Andrea Della Valle.
Infine Iakovenko, uno che proprio attaccante non sarebbe («ho sempre giocato come centrocampista, solo negli ultimi anni come attaccante»), ma che Montella sta provando qualche metro più avanti rispetto a dove ha sempre giocato. (...)
la Repubblica
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