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La colonna vertebrale… da rifare

Dal portiere al centravanti: un altro mercato “delicato” (COMMENTA)

Redazione VN

Se l'anno scorso sono riusciti in una "missione impossibile", ricostruendo una squadra da zero e riportandola subito ad altissimi livelli, c'è da essere fiduciosi che Pradè e Macia condurranno nel migliore dei modi anche questo mercato. Che si preannuncia (quasi) altrettanto delicato, se si considera che spesso confermarsi è più difficile che affermarsi. Non c'è da rifare completamente una squadra, questo è vero, ma in compenso c'è da rifare la colonna vertebrale della Fiorentina: dal portiere alla punta, passando per il regista davanti alla difesa. Un po' per scelta e un po' per le contingenze del mercato.

Nella prima categoria rientra il ruolo del portiere: Viviano non ha convinto e il prezzo concordato un anno fa col Palermo per il suo riscatto (7,5 milioni) ha fatto rivolgere lo sguardo dei dirigenti viola altrove. Che sia Agazzi o un portiere straniero, ad oggi sembra più probabile un cambio tra i pali piuttosto che una conferma del numero 1 tifoso viola. Una scelta da non sbagliare, vista la particolarità del ruolo e le difficoltà riscontrate in questa stagione. Discorso che calza a pennello anche per la figura del centravanti: quest'anno Montella è riuscito a cavarsela - alla grande - anche senza un bomber, affidandosi un po' a Toni, un po' a Jovetic piazzato prima punta e soprattutto al gioco di squadra. Ma l'idea condivisa in casa viola, è che un finalizzatore spietato sotto porta, magari di caratura ed esperienza internazionale, non possa che aiutare. E parecchio. Da qui è partita la caccia con il trittico di bomber 28enni nel mirino: Yilmaz, Mario Gomez e Negredo. E se agli estremi dell'asse portante si era iniziato a pensare già da un po', la vicenda Pizarro ha complicato sensibilmente il compito di Pradè e Macia, costringendoli a reperire sul mercato un'altra pedina chiave dello scacchiere tattico. Ricerca già partita, visto che le possibilità (e forse la voglia) di convincere il Pek a restare sono poche. Non sarà, di nuovo, un lavoro facile ma dopo l'anno scorso sembra quasi una passeggiata.

SIMONE BARGELLINI

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