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La carriera di Daniele Pradè

Il palmares e il mercato del quasi neo dirigente viola (COMMENTA)

Redazione VN

E' sempre più caldo il nome di Daniele Pradè per la poltrona della Fiorentina. I contatti degli ultimi giorni hanno avvicinato le parti e secondo molti addetti ai lavori sarebbe questione di pochi giorni per ufficializzare l'arrivo del dirigente in viola, anche se ci sarà da capire se come direttore generale (con un'altra figura al suo fianco) o come direttore sportivo. Proviamo allora a conoscere meglio Pradè e la sua carriera nel mondo del calcio.

Nato a Roma nel 1967, è approdato nel club giallorosso nel 2000 dopo la gavetta in società minori come Spes Olmi, Fano, Ferentino, Teramo, Frosinone e Terni. Alla Roma comincia come collaboratore dell'allora direttore generale Fabrizio Lucchesi (che avrebbe poi lavorato nella Fiorentina dei Della Valle) e successivamente di Franco Baldini, vivendo dall'interno lo scudetto del 2001. La svolta professionale di Pradè arriva però con la promozione a direttore sportivo nel 2004/05, dopo l'addio di Franco Baldini e di Capello, con l'inizio da parte della famiglia Sensi, della politica dell'autofinanziamento. Un'esperienza che gli tornerebbe, quindi, utile alla Fiorentina e che ha dimostrato di saper padroneggiare bene, guardando almeno ai risultati ottenuti da quella Roma. Dopo la prima stagione di assestamento (8° posto in campionato ma anche finale di Coppa Italia raggiunta), i giallorossi di Spalletti ottengono 3 secondi posti consecutivi - complice Calciopoli - e mettono in bacheca due Coppe Italia e una Supercoppa, nonostante un budget - appunto - contenuto. Nelle ultime tre stagioni un calo di risultati con due 6° posto e anche uno scudetto sfiorato (e poi buttato) con Ranieri in panchina. Con il passaggio di consegne dalla famiglia Sensi al proprietario americano Thomas DiBenedetto, avvenuto nell'estate scorsa, si chiude l'avventura di Pradè alla Roma, rimpiazzato dalla coppia Baldini-Sabatini.

La storia di Pradè sul fronte mercato racconta di una certa dimestichezza - forzata - con gli affari a costo zero, tra cui si ricordano gli ingaggi di Doni, Julio Sergio, Tonetto, Taddei, Guberti e con gli acquisti (più o meno) low cost. Tra quelli più riusciti Juan, Riise, Giuly, Simplicio. Tra le operazioni più importanti, gli acquisti più riusciti sono stati quelli di Vucinic, Pizarro, Burdisso e non mancano, ovviamente, anche le operazioni che non si sono rivelate azzeccate, da Cicinho a Menez, passando per Motta e Julio Baptista. Ma il fiore all'occhiello di Pradè è la capacità di vendere bene (e forse proprio per questo piace tanto ai Della Valle): Chivu all'Inter per 16 milioni, Mancini per 13, Aquilani al Liverpool per 20 milioni e Mido al Tottenham per 7 milioni.

SIMONE BARGELLINI