Montella l’aveva visto sereno, poi no, di colpo rannuvolato, come se improvvisamente i cattivi pensieri avessero fatto mucchio. Cos’è cambiato nella testa di Ljajic dall’inizio del ritiro? Certo non la stima dell’allenatore che l’anno scorso ha deciso di dargli una possibilità di rinascita a Firenze dopo il mezzo flop con Mihajlovic e il wrestling intero con Rossi. Bravo Adem poi a mostrare il suo orgoglio riconquistando l’affetto di una città che l’aveva bollato come un incursore nei barattoli di Nutella, più che nelle difese.
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I veri tormenti del giovane Adem
Montella l’aveva visto sereno, poi no, di colpo rannuvolato, come se improvvisamente i cattivi pensieri avessero fatto mucchio. Cos’è cambiato nella testa di Ljajic dall’inizio del ritiro? Certo non la stima …
Cos'è cambiato allora? Certo non l’appoggio della società, convinta di avere addirittura trovato un giocatore che in prospettiva potrà superare gli estri di Jovetic. Azzardiamo con la presunzione di sfiorare il centro del problema: Ljajic ha sofferto l’arrivo di Ilicic, che si va ad aggiungere alla forza devastante di un attacco dove perfino Joaquin rischia di partire in panchina (e parliamo di uno che ha giocato 51 partite nella nazionale spagnola). Ljajic resta fuori da quella serba per motivi personali — massimo rispetto per la sua scelta di non cantare l’inno — e dopo aver convinto tutti nella seconda parte del campionato è alla ricerca di una vetrina che possa dargli continuità.
Neanche l’allenatore viola, che più di ogni altro ha creduto in lui nei momenti difficili, può rassicurarlo sulla sicurezza del posto in squadra, né sulla frequenza delle sue apparizioni. Chi mai potrebbe garantirgliele a Firenze in un reparto offensivo che ha Gomez, Rossi, Cuadrado, Joaquin, Ilicic, Iakovenko e nei piani considera anche un altro centravanti di riserva? Una concorrenza così forte non s’era mai vista.
Paradossalmente Ljajic sta pensando che sarebbe più facile giocare nel Milan con Balotelli, El Shaarawy, Niang, Robinho, Pazzini e Petagna, essendo il modulo di Allegri orientato verso il 4-3-1-2 (Adem potrebbe fare il rifinitore o la seconda punta). A Moena la Fiorentina ha provato solo un assetto con cinque centrocampisti e due attaccanti, anche se niente esclude che i moduli possano cambiare una o più volte durante le partite. E’ lussuosa la scorta di alternative, una migliore dell’altra, e chi vuol partecipare alla selezione non deve avere fragilità. Forse si riferiva a questo, Montella, quando ha risposto a una domanda su Ljajic: «Lo vedo combattuto, a me serve solo se è convinto».
La Nazione
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