Tocca a lui. La Fiorentina è nelle sue mani. Da oggi in poi Neto può allenarsi senza fantasmi che gli svolazzano intorno. Il mercato è chiuso, il resto sono chiacchiere. Montella è stato il primo a mettersi dalla sua parte. «Ha la mia massima fiducia». Lo stesso hanno fatto i compagni di squadra, che dopo l’errore con il Grasshopper sono andati a consolarlo, e dopo la vittoria di Genova sono andati ad abbracciarlo. E anche la gente ha capito. Qualche brusio c’è sempre, ma sono di più gli applausi. Insomma, intorno a Neto si è scatenata una sorta di solidarietà collettiva. È come se la città avesse capito le sue fragilità e lo avesse adottato. Perché poi, diciamolo, Neto è uno che istintivamente ispira simpatia. Mai una polemica, mai un atteggiamento sopra le righe. Non ha tatuaggi, non guida auto strane (ha una BMW X6), è sempre sorridente, non va in giro di notte. È l’immagine del bravo ragazzo, tutto casa, fidanzata e famiglia. E appena il calcio glielo permette scappa in Brasile. Passioni? I telefilm americani che guarda o scarica da Fox. Per il resto chi lo conosce bene dice che è «uno tranquillo».
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E all’improvviso Firenze ha adottato Neto
La grande chance del brasiliano, ora tutti sono con lui
Un brasiliano atipico, insomma, poco samba e poca tecnologia. A differenza di altri suoi compagni non ha un sito Internet e non ha un profilo Twitter. Ha solo una pagina Facebook che hanno aperto qualche anno fa un gruppo di amici e parenti. Adora la musica, però. Gli serve per rilassarsi. E per non pensare. «Sono qui per lasciare un segno», disse il giorno della sua presentazione. E poi, quasi come un segno del destino, aggiunse: «Però non paragonatemi a Julio Cesar, io sono soltanto Neto». Chi ha giocato con lui (e anche chi ci gioca adesso) dice che ha qualità tecniche enormi e che ha solo bisogno di crescere mentalmente. Una crescita che però si affronta meglio con un po’ di continuità in campo, cosa che Neto finora non ha avuto. Ma ha nervi saldi e la forza di chi crede in se stesso. Ha due obiettivi in testa: disputare una grande stagione con la Fiorentina ed entrare nel gruppo della Seleçao che andrà ai Mondiali. (...) Dopo l’argento alle Olimpiadi di Londra, Norberto Murara Neto studia per diventare grande, inseguendo il mito di Claudio Taffarel, che come lui vinse un argento olimpico (Seul 1988) e poi è entrato nella storia vincendo anche un oro e un argento ai Mondiali.
la Repubblica
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