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Babacar il gigante: “Sognavo la Nba. Ora la Champions”

L’attaccante si confessa alla Gazzetta: “Il mio obiettivo è rimanere a Firenze, giocando un po’ di più”

Redazione VN

Su La Gazzetta dello Sport troviamo un'intervista esclusiva a Khouma El Babacar. L'attaccante senegalese spiega la sua passione per la Nba: “Non ero alto e giocavo da play-maker sognando numeri alla Jordan. Impazzivo per i Chicago Bulls”. Poi Baba diventa un gigante e viene trascinato dagli amici a un torneo di calcio. La svolta. Gli amici di famiglia andarono dal padre Mediour (presidente del Meissa, una società di pallone di Dakar) e gli dissero: “Guarda che tuo figlio non è male a calcio”. Da lì inizio la carriera di Babacar, che adesso è cercato da Borussia Dortmund, Roma e Inter. Il suo contratto scade nel giugno 2016: o rinnova nei prossimi sei mesi o fa le valigie. “Il mio obiettivo – spiega l'attaccante viola – è rimanere a Firenze, giocando un po' di più”.

La Fiorentina è a soli tre punti dalla zona Champions.

«Possiamo recuperare. Magari anche grazie ai miei gol. Per quello che ho visto nel girone d’andata, neppure Juve e Roma sono più forti di noi».

Contro l’Inter ha segnato una rete fantastica.

«Però nella stessa partita ho sbagliato un gol facile e negli spogliatoi Montella mi ha dato un affettuoso scappellotto dicendomi: “Devi imparare a fare i gol sporchi”. Con l’Udinese ho ribattuto in rete una corta respinta del portiere e il mister ha applaudito».

Cosa “ruba” a Rossi e a Gomez?

«La furbizia e la freddezza. Pepito quando calcia a rete prende sempre la porta. Mario è un mito. Appena rompe il ghiaccio non lo ferma più nessuno».

La stagione passata a Modena con Novellino è stata molto importante.

«Il mister mi ha insegnato a stare con i compagni. Ero troppo tranquillo, silenzioso, riservato. Mi ha spiegato che il calcio è un gioco di squadra. Vince chi fa gruppo. Ancora oggi mi invia consigli via sms».

I suoi idoli sono campioni di basket, ma nel calcio c’è un fuoriclasse che ammira?

«Mi piaceva Beckham. E ora mi diverte Ibrahimovic».

I suoi hobby fuori dal campo?

«Mi piace andare a ballare, ma non ho il tempo nel sangue. E gioco alla play-station. Scelgo sempre la Fiorentina, schierandomi da centravanti titolare».

Lei è in Italia da sei anni: è mai stato vittima di atteggiamenti razzisti?

«Mai avuto problemi di questo genere. E ho tanti amici anche nella comunità senegalese di Firenze che si sono integrati perfettamente».

La Fiorentina le ha chiesto se era interessato a prendere la cittadinanza italiana.

«Il mio sogno è quello di giocare un giorno nella nazionale del Senegal. Non parteciperò però alla prossima Coppa d’Africa perché non sono ancora pronto a difendere la maglia del mio Paese. Sono al mio primo campionato di serie A».

Cosa le manca della sua Dakar?

«Il riso senegalese».

Cosa ha regalato per Natale ai suoi genitori?

«Il caffè italiano a mio padre e un profumo a mamma Amy. Mi guarda sempre in tv e vorrebbe che giocassi più spesso».

L’Africa sta lottando ancora contro l’Ebola.

«Il Senegal non è stato toccato. L’Africa è un continente che deve crescere. Anch’io voglio fare qualcosa per il mio Paese. Presto costruirò una scuola calcio per i bambini poveri».

Il gol che sogna di realizzare?

«Prendere palla a centrocampo, scartare cinque avversari, mettere a sedere il portiere e appoggiare in rete. Contro la Juve, naturalmente».

È vero che è una specie di mascotte nello spogliatoio viola?

«Tutti mi vogliono bene, ma mi prendono in giro. A cominciare da Joaquin, Borja e Gonzalo. A volte arrivo un po’ addormentato al centro e mi massacrano».

Come ha investito i primi soldi guadagnati?

«Mi comprerò una casa nella zona di Coverciano».

La Fiorentina in Europa League ha pescato il Tottenham.

«Grande avversario. Londra regala sempre un’atmosfera speciale. Noi vogliamo andare avanti e vincere la Coppa».

Parola di Baba. Uno predestinato.

La Gazzetta dello Sport