Una stagione totale, per un centrocampista totale. Campionato, Europa League e rinnovo di contratto. Con un obiettivo inchiodato in testa: il Mondiale in Brasile. Per Alberto Aquilani quella appena iniziata non è un’annata come le altre. Non a caso in estate ha rinunciato a qualche giorno di vacanza, raggiungendo il ritiro della Fiorentina in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Un segnale preciso, e parecchio gradito dalla società. Alberto fa sul serio. Oggi, intanto, dovrebbe partire dalla panchina nella gara dell’Italia contro la Repubblica Ceca. Quello che conta, comunque, è la presenza (ormai fissa) nel gruppo azzurro.
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Aquilani, scommessa vinta
La Fiorentina adesso lavora per il rinnovo
Era la sua grande scommessa. Investire su Firenze per tornare in Nazionale. Detto, fatto. Per la gioia sua e di chi lo ha portato in viola. Sono sempre quei tre: l’aeroplanino, Daniele Pradè ed Edoardo Macia. Quando si mettono in testa un obiettivo è molto probabile che lo centrino. Nell’estate del 2012, Alberto fu il loro primo pensiero. Lo hanno chiamato, corteggiato e convinto. Ingaggio ridotto e spalmato fino al 2015. Un accordo, che adesso va ridiscusso. Senza fretta, ma con decisione. L’intento è chiaro, quasi scontato: arrivare alla firma sul prolungamento prima della fine della stagione. Questione di opportunità, maanche di rapporti. Meglio non ritrovarsi a discutere col contratto in scadenza l’anno successivo. La volontà è reciproca, e i rapporti sono ottimi. Nelle prossime settimane le parti si sederanno attorno a un tavolo e inizieranno a discuterne con la forte sensazione che trovare un’intesa sia un’impresa tutt’altro che impossibile.
Una situazione uguale e contraria a quella che vide protagonista Riccardo Montolivo. Di fatto, il predecessore di Aquilani. Il confronto, a Firenze, lo ha stravinto l’ex Roma. Per tanti motivi. Il numero, per dirne uno. Quel dieci sulle spalle è roba perpochi, soprattutto se stampato sulle maglie della Fiorentina. Riccardo non lo ha mai preso (né voluto), Alberto sì. (...) L’importante, ora, è ripetersi, e l’avvio è decisamente incoraggiante. Basta ripensare alla prestazione di Genova: gol, assist, qualità e quantità. Il modo migliore per vincere il “duello” con Montolivo anche in azzurro e giocare il Mondiale da titolare.
la Repubblica
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