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Alisson Becker, “O Goleiro Gato” tra Roma e Fiorentina

Ventiduenne, nativo di Nova Hamburgo: Alisson Becker e il suo futuro, che potrebbe colorarsi di italiano. Su di lui hanno messo gli occhi Fiorentina e Roma, la trattativa può cominciare. …

Redazione VN

Ventiduenne, nativo di Nova Hamburgo: Alisson Becker e il suo futuro, che potrebbe colorarsi di italiano. Su di lui hanno messo gli occhi Fiorentina e Roma, la trattativa può cominciare. Ma chi è il portiere che sta stregando il Brasile? Nonostante il trasferimento al Internacional de Porto Alegre quando di anni ne aveva appena 9, è stato considerato per gran parte della sua gioventù un atleta con grosse carenze fisiche, a discapito di un’ottima tecnica. Inizialmente, gli osservatori brasiliani bussarono infatti alla porta dei Becker per convincere il fratello maggiore Muriel, per poi portarli tutti e due a Porto Alegre.

Il suo preparatore Daniel Pavan, che lo segue fin dai 14 anni, ricorda: “Era molto piccolo rispetto agli altri portieri, ma era dotato di una grande tecnica. I report medici indicavano che sarebbe cresciuto molto e per sua fortuna è stato così. Ci sono stati momenti in cui aveva perso la speranza. Veniva a parlarmi dicendo che forse era meglio che dedicasse la sua vita agli studi”. E poi? Poi tutto è cambiato, perché dopo i 15 anni, il ragazzo si fece improvvisamente uomo, conquistandosi successivamente una maglia verde oro nelle categorie inferiori: “Ho ricevuto 13 convocazioni in nazionale. La prima risale a quando avevo 15 anni. Nel 2009 conquistammo poi il titolo sudamericano sub-17 trainati da Neymar e Coutinho poi ci giocammo anche il mondiale” – racconta il portiere che, in una sola estate, è cresciuto di circa 20cm mostrando una corporatura decisamente più invitante.

Invitante non solo per osservatori ed allenatori, perché quel corpo, affiancato ai suoi occhi azzurri e un viso innocente, fa battere il cuore di mezzo popolo brasiliano, quello femminile. Già, perché oltre ad essere una delle migliori promesse del campionato carioca, Alisson vanta una schiera di ammiratrici che suona la carica a ognuna delle sue frequenti apparizioni sui social network. Ma “O Goleiro Gato”, come lo chiamano in Brasile, è tutt’altro che un fenomeno mediatico. L’allenatore della seleçao Dunga, che oggi lo segue con estrema attenzione, gli concesse le prime apparizioni in prima squadra durante la sua parentesi all’Internacional. Il titolare era Dida, ma gli anni indicati sulla carta di identità dell’ex Milan portano con loro diversi guai fisici, così l’altro Becker, Muriel, diventò titolare: “Muriel giocava bene, poi soffrì un lieve infortunio ed esordì Alisson che dopo qualche altra partita in panchina prese definitivamente il posto di titolare – ricorda Pavan. È una situazione difficile la loro, ma sono molto amici dentro e fuori dal campo, vengono assieme agli allenamenti, stanno in stanza assieme durante il ritiro, per noi sono cose belle da vedere”.

Una cosa è certa, il talento classe ’92 dell’ Internacional non vuole essere confuso con il fratello: “Abbiamo alcune caratteristiche molto simili – svela Alisson – come la velocità e il nostro tempismo nelle uscite. Ma come tutti, ho il mio modo di giocare, e ho molti esempi da cui prendere in spunto in squadra”. E proprio questi esempi, come il fratello maggiore e Dida, potrebbero portarlo in Europa a ritagliarsi quello spazio che sembra ormai doveroso: “Penso sempre ad una carriera europea, il calcio sta diventando sempre più frenetico. Mi piace sognare una finale di Champions League in uno stadio gremito”. E magari, questa finale europea potrà passare da Roma o da Firenze, tra uno scatto per le sue fan e una dedica al fratello Muriel

Gianlucadimarzio.com