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Undici metri di passione: l’improvvisazione dal dischetto non paga

Kalinic dal dischetto contro la Juve perché "se la sentiva", ma non basta. Ad alti livelli serve programmazione, anche e soprattutto nei dettagli

Alessio Crociani

90° di Fiorentina-Juventus. Lo specialista Ilicic fuori per infortunio, Kalinic - uno "non abituato a tirare i rigori", per stessa ammissione del suo agente - si presenta dagli 11 metri per il rigore che avrebbe potuto regalare quella piccola, grande gioia a Firenze. Il croato calcia debolmente alla sua destra, Buffon respinge in tuffo con i guantoni. La Fiorentina e il suo popolo scontano così l'ennesimo vuoto nelle gerarchie viola.

Che sia dentro o fuori dal campo, poco cambia. La sostanza resta la stessa: l'improvvisazione al potere non paga. Eppure la disastrosa esperienza dagli undici metri dello scorso campionato, costata la Champions all'ultima Fiorentina targata Montella, avrebbe dovuto insegnare qualcosa. In 38 giornate 2 soli rigori realizzati su 7 concessi, con ben 5 giocatori viola che si alternarono disastrosamente da quel patibolo lungo 11 metri.

Fanno da contraltare la stagione in corso e quella 2013/2014, con rispettivamente Ilicic e Giuseppe Rossi rigoristi designati e ben più proficui. Insomma, non basta prendersi certe responsabilità sul momento, soprattutto sull'onda dall'entusiasmo. Ci vuole programmazione, anche nei dettagli. Perché sono quelli alla fine dei conti a fare la differenza ad alti livelli. La stessa che l'anno scorso intercorse tra il quarto e il terzo posto.

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