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Una stagione tutt’altro che Brillante

L’australiano è andato a Empoli per mettersi in mostra, ma anche alla corte di Sarri ha avuto pochissimo spazio

Redazione VN

C'è chi ad Empoli è "rinato". Come Matias Vecino, diventato un punto fermo della formazione toscana. C'è chi, invece, non è riuscito a lasciare il segno alla corte di Sarri. È il caso di Joshua Brillante, trasferitosi in prestito a gennaio al club del presidente Fabrizio Corsi. I dirigenti della Fiorentina avevano individuato in Empoli la piazza ideale per far crescere l’australiano, le cui qualità con la maglia viola si erano viste solamente a sprazzi durante il ritiro di Moena. Obiettivo fallito purtroppo perché, a quattro giornate dalla fine del campionato, il classe 1993 ha collezionato solo una presenza con la casacca azzurra. Alla ventiduesima giornata contro il Cesena, tra l'altro un'apparizione di appena quattro minuti. Per il resto, sempre e solo panchina e quindi nessuna possibilità di mettersi in mostra. Insomma, una stagione anonima per un ragazzo accolto a Firenze la scorsa estate tra la sorpresa e soprattutto l'ironia per un cognome che si prestava a facili giochi di parole.

In riva all'Arno viene ricordato, per il momento, solo per l'errore di disimpegno che ad agosto contro la Roma all’Olimpico diede il via al gol di Nainggolan. Un'etichetta negativa che poteva essere spazzata via a ottobre al Franchi contro l'Inter, una partita - sarebbe stata l'ultima con la Fiorentina - nella quale l'ex Newcastle Jets "rischiò" di segnare il suo primo gol italiano a pochi minuti dal triplice fischio. Da lì, è finito nel dimenticatoio. Tanta tribuna e panchina, quest'ultima diventata il suo habitat naturale ad Empoli, a testimonianza di un’annata tutt’altro che brillante e da mettersi alle spalle.

Intanto, oggi pomeriggio Joshua ritroverà i suoi vecchi compagni. La sua assenza sembrava scontata per via della commozione cerebrale subita ad inizio settimana. Invece ha recuperato prima del previsto e al Castellani ci sarà, anche se inizierà dalla panchina.

STEFANO NICCOLI