Abbiamo ricevuto una lettera (firmata) di un nostro lettore che pubblichiamo volentieri
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“Un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce” – La lettera di un tifoso…
Abbiamo ricevuto una lettera (firmata) di un nostro lettore che pubblichiamo volentieri UN ALBERO CHE CADE FA PIU’ RUMORE DI UNA FORESTA CHE CRESCE, con questo detto abbastanza celebre si può …
UN ALBERO CHE CADE FA PIU’ RUMORE DI UNA FORESTA CHE CRESCE, con questo detto abbastanza celebre si può riassumere cosa è successo in questo ultimo mese ed, in particolar modo, giovedì sera (14 Maggio 2015, Fiorentina-Siviglia 0-2).
Perché?
Perché giovedì sera l’atteggiamento del pubblico, o di gran parte di esso, è stato, secondo me, a dir poco da "querela", e adesso vi spiego il perché.
Cominciamo dall’inizio, da quando il terreno era vuoto, dopo l’anno di Delio Rossi, Mihajlovic e Guerini, è passata la falciatrice che, in neanche 2 anni, ha distrutto tutto ciò che era stato costruito con una ascesa che sembrava non doversi mai fermare. Chi guidava la falciatrice? Un signore corpulento, pelato… Si chiama Ovrebo. Da quella partita il ciclo Prandelliano (chiamiamolo così) si è concluso, e non siamo stati in grado di rialzarci.
Arriva Montella, una vera e propria scommessa. La squadra si costruisce intorno a Jovetic e, clamorosamente, intorno al proprietario della fabbrica di cioccolato Adem Ljajic. Arrivano giocatori in apparente fase calante come Gonzalo Rodriguez, arrivano giocatori promettenti come Savic e Cuadrado, torna a Firenze Luca Toni. Ma soprattutto, arrivano i famosi “3 tenori” a centrocampo. 3 palleggiatori, che non hanno mai fatto del fisico la loro prerogativa e che fanno della tecnica la loro arma principale.
La squadra esordisce con un 2-1 casalingo in rimonta all’ultimo minuto contro l’Udinese, Montella, la società e la squadra iniziano a piantare il concime per una eventuale foresta. La squadra gioca il miglior calcio del Campionato, arriva a sfiorare il terzo posto strappato (per usare un termine delicato ma che rende l’idea) dal Milan, in maniera non proprio “corretta”.
Partono poi Jovetic e Ljajic, ma sono in pochi a provare rimpianto.
Si fa un altro grande campionato, nonostante tante difficoltà causa infortuni e sfortuna, arriviamo agli ottavi di Europa League (giocando partite di scarso valore nel girone e i sedicesimi contro l’Esbjerg), e veniamo eliminati dalla Juventus in casa, con un 1-0 a 10 minuti dal termine per mano (o piede, in questo caso) di Pirlo, un giocatore da 5 Milioni l’anno che ha il piede magico sulle punizioni. Insomma, la giocata del campione.
La Fiorentina esce tra gli applausi.
Durante questo campionato, arrivano sconfitte brucianti, come quella casalinga contro Inter e Milan (che concluderanno il campionato nelle zone centrali della classifica), ma arriva anche la vittoria per 4-2 contro la Juventus. Che partita. LA partita. Una partita giocata malissimo, molto peggio dello 0-0 dell’anno precedente. Due blackout totali in difesa e 2-0 all’intervallo. La squadra rientra in campo più spenta e arrendevole. La Juventus domina ma non concretizza. Insomma, una partita da dimenticare e l’ombra del 5-0 di soli 2 anni prima che aleggiava nello stadio. Sale in cattedra Rossi, Joaquin segna il suo primo gol in viola, e la Fiorentina vince in 15 minuti per 4-2. Immeritatamente, sottolineo. Anche qui, le giocate del campione.
Son passati due anni, tutti ancora esultano per quella partita.
In quell’anno la Fiorentina arriva anche in Finale di Coppa Italia, tramite una cavalcata entusiasmante nonostante gli avversari non fossero di primissimo livello. In particolare la semifinale di ritorno contro l’Udinese dove, con due gol di autore, siamo riusciti a ribaltare il 2-1 dell’andata.
La finale poi non fu giocata per motivi di ordine pubblico riconosciuti da tutti tranne che dai Napoletani, ma questa è un'altra storia… Alberto Di Chiara ha scritto uno splendido libro su “Quella Sporca Finale”, riferendosi al doppio confronto contro la Juventus nella finale della Coppa UEFA del 1990, probabilmente fra 10 anni uscirà il libro di Pizarro dove verrà scritto tutto ciò che è successo ed il vero motivo per cui è stata persa quella partita a Roma contro il Napoli, e non le assenze di Gomez Rossi e Cuadrado o il gol sbagliato da Ilicic davanti al portiere.
Inizia una nuova stagione, la terza. C’è ottimismo, forse troppo, anche da parte della società. Rimangono tutti, parte solo Cuadrado a Gennaio rimpiazzato da Salah. Arrivano giocatori di caratura internazionale e di esperienza come Basanta, Richards, Tatarusanu e Badelj.
La stagione inizia male, qualche passo falso, qualche pareggio di troppo, la squadra non segna. Poi tutto riparte e la squadra gioca bene ottenendo risultati.
Non voglio scrivere troppo, quindi mi concentrerò sul percorso Europeo, perché è di questo che voglio parlare.
Gironi:
- La Fiorentina distrugge il Guingamp in casa per 3-0.
“Eh ma è il Guingamp, sai che impresa!”. Peccato che il Guingamp la settimana successiva abbia eliminato dalla coppa di Francia il PSG. Dettagli ininfluenti, a quanto pare.
- La Fiorentina sconfigge per 1-0 il Paok di Salonicco in trasferta.
“Vabbé è il Paok mica il Barcellona”. Strano però che, in quel periodo, il Paok fosse primo in classifica nel suo campionato mentre l’Olympiakos, fresco vincitore in Champions contro la Juventus, fosse terzo. Anche questi dettagli.
- La Fiorentina si guadagna matematicamente il primo posto nel girone grazie alle vittorie a Minsk e Guingamp, e si “concede” una brutta sconfitta casalinga proprio contro la Dinamo Minsk, giorno in cui esordisce in Europa Minelli.
Eliminazione Diretta :
- La Fiorentina pesca il Tottenham che, la settimana precedente alla sfida contro la Fiorentina, sconfigge per 5-3 il Chelsea in rimonta nel derby Londinese di Premier League.
“Non abbiamo speranze! La solita sfortuna! Proprio il Tottenham!”
A Londra la squadra soffre, tira fuori i suddetti attributi e strappa un 1-1 preziosissimo.
“Al ritorno ci sarà da soffrire!”
“Gomez è un giocatore fuori dagli schemi Viola. Difficile che segni nella Fiorentina, soprattutto in velocità” [Cit. Conte, CT della Nazionale]
La Fiorentina, soffrendo contro una grande squadra e DA grande squadra, passa il turno per 2-0 e, guarda caso, segna Gomez dopo 30 metri di corsa in contropiede.
- Al sorteggio di Nyon la Fiorentina trova ancora una volta il Derby agli ottavi : La Roma.
“Contro le Italiane la Fiorentina va sempre fuori, storicamente è così, siamo fritti!”
L’andata finisce 1-1, con qualche polemica, e 7 giorni dopo, tutti a Roma, dove i tifosi hanno già esultato per il passaggio alle semifinali di Coppa Italia.
“Siamo già fuori, abbiamo buttato via la qualificazione in casa!”
La partita dura 20 minuti, segnano 3 difensori, 3-0, contestazione Romanista e tutti a casa.
Ci tengo a sottolineare che in quella partita Gonzalo ha segnato ben DUE rigori (è stato fatto ribattere) nonostante il Penalty sembrava dover essere la maledizione di quest’anno.
E ci tengo a precisare come Firenze si è divertita a deridere la curva Romanista che, avendo come obiettivo il passaggio del turno in Champions e lo scudetto, dopo aver assistito ad un 7-1 casalingo contro il Bayern applaudendo la squadra, si è trovata costretta a subire in casa anche una eliminazione dall’Europa League. Contestazione, tifosi girati di spalle e cori contro la squadra. Firenze rideva.
- Peschiamo la Dynamo Kiev, squadra che in casa nel turno precedente ha dato 5 pere all’Everton.
“Andiamo a Kiev cercando di limitare i danni, non perdiamo troppo gravemente!”
La squadra va a Kiev, domina e torna a Firenze con un 1-1 sofferto ma immeritato sul campo. La Dinamo non ha mai tirato in porta.
“Partita della vita il ritorno! Giochiamocela!”
La partita più bella dell’era Montella (se così la si può chiamare), 2-0, azioni spettacolari e rapide, pressing, aggressività. Insomma, la partita perfetta.
Arriviamo al nocciolo della questione. Tutti sperano nel Dnipro, ma la Fiorentina pesca il Siviglia campione in carica, il “facile” Dnipro va al Napoli (Abbiamo visto poi come è finita).
Cosa cambia?
“Oh Montella portaci a Varsavia!”
“Ho prenotato un furgone per Varsavia!”
“Ce la faremo!”
Come mai tutto questo ottimismo? Prima non era così, prima c’era paura, pessimismo, c’era sfiducia…
La squadra va a Siviglia dove gli episodi girano contro la Fiorentina. Si sprecano due occasioni e il Siviglia punisce con una azione capolavoro. Subito dopo, Fernandez sbaglia un gol a porta vuota, e una palla persa a centrocampo ed un mal posizionamento del portiere ci costa il 2-0. Entra il fresco Gameiro che in un minuto chiude i giochi sul 3-0. La squadra è nel pallone e non riesce più a reagire. Il calcio è fatto da episodi. Contro il Tottenham all’andata Basanta ha segnato dopo un rimpallo credendoci, mentre Chadli ha colpito una traversa a porta vuota da 0 metri. La fortuna gira, stavolta ci ha voltato le spalle.
Qualificazione compromessa, se non praticamente già fallita.
I tifosi si adirano per il poco carattere mostrano dalla squadra a Siviglia.
La squadra risponde, monta un video di auto-carica e chiede al pubblico di assisterli per questa battaglia. Come andare con delle fionde contro l’esercito Americano. Impossibile. Ma cadiamo sul campo di battaglia con onore. Il pubblico risponde con oltre 30.000 persone allo stadio. La squadra parte a mille all’ora, poi, ancora una volta, una disattenzione che a questi livelli non è permessa (come quella di Vertonghen nel 2-0 di Salah contro il Tottenham, o quella di De Rossi nell’1-0 contro la Roma) ed un po’ di sfortuna ci costano il gol dell’1-0. Poco dopo arriva il 2-0.
Qui si rompe tutto.
I giocatori, nonostante la partita non conti più nulla, onorano la maglia. Joaquin fa tutta la fascia. Savic non al meglio fisicamente corre e compie interventi in scivolata, Pizarro recupera palloni e pressa, Fernandez va da tutte le parti, Alonso vive nella metà campo avversaria. Il pubblico ovviamente non reagisce più.
Esce Borja, in lacrime per la prestazione, forse per la stagione. Deluso. La tifoseria fischia il simbolo della squadra, il più “Fiorentino” di tutti dopo Pasqual. Poco dopo comincia la derisione. Gli olé sul possesso palla e la hola prima del calcio di rigore di Ilicic che, nervoso, calcia in curva forse per provocazione. Il pubblico esulta al rigore sbagliato.
La squadra lotta ma perde contro un avversario più forte e molto più esperto di lei, il pubblico fischia, contesta e deride la squadra. Chi va allo stadio è libero di esprimere la propria opinione, applaudendo o fischiando, ma fischiare una squadra che, dovendosi giocare il 5° posto, spreca tutte le energie in una partita inutile solo per l’onore e vede i suoi giocatori a capo chino ed alcuni in lacrime, è ignobile, soprattutto deriderli.
Prima ho sottolineato le risate dei Fiorentini sul pubblico della Roma negli ottavi di Finale. Adesso vorrei che qualcuno più intelligente di me mi spieghi dov’è la differenza fra quella tifoseria Romanista e quella Fiorentina di giovedì sera.
Montella avrà le sue colpe, se le prende sempre, ma quando dice che “la tifoseria ha perso la sua dimensione” intende dire che una semifinale di Europa League (o Coppa UEFA che dir si voglia) è stata giocata 3 volte in 40 anni dalla Fiorentina, e che quindi non è un palcoscenico a cui questa squadra e questa città sono abituati. E questo i numeri lo confermano. Così come confermano che Montella è uno degli allenatori che ha ottenuto i migliori risultati a Firenze. Solo Montella avrebbe potuto spolverare Vargas dal sarcofago e farlo tornare un idolo dei tifosi, come ai tempi di Lione.
La foresta è cresciuta, mancherà qualche foglia, un po’ di verde, ma la foresta è cresciuta. Neanche con gli OGM nascono gli alberi in 3 anni. Questo non si sa come la gente non lo abbia percepito.
Sono un ragazzo di 20 anni che non ha mai giocato a calcio ma che lo segue con passione. Tifo Fiorentina perché sono di Firenze, e amo alla follia il Sunderland di cui sono tifoso da 8 anni. Forse ho poca esperienza per parlare di calcio, forse neanche ho le capacità dialettiche ed espressive per poter scrivere un articolo o trasmettere un messaggio a qualcuno che conta più di me, ma voglio esprimere la mia opinione.
Ricordo una squadra allo sbando, con Montolivo e Gamberini che sghignazzavano durante un minuto di silenzio, ricordo Kharja che non si presentava agli allenamenti perché faceva le giratine a Milano, ricordo Mutu che veniva squalificato per doping.
Ora vedo un gruppo compatto, di ottimi giocatori e persone magnifiche che mi hanno regalato molte gioie.
Per questo motivo io ringrazio i Della Valle che permettono tutto questo, ringrazio la società per la serietà ed il fair play che rispettano costantemente.
Ringrazio Montella per avermi fatto vedere tanto spettacolo, e spero di poterlo vedere anche il prossimo anno perché, prima che un tifoso, sono un appassionato di calcio, e quando guardo la Fiorentina io apprezzo il calcio, cosa che quando guardo l’Atletico Madrid (ad esempio), non vedo, nonostante ottenga risultati migliori.
Ringrazio Borja Valero perché è la dimostrazione che anche uno “straniero” può amare questa maglia.
Ringrazio Gonzalo Rodriguez per la sua grinta e la sua forza di volontà.
Ringrazio Salah per il suo impegno e la rapidità di inserimento nell’ambiente Fiorentino.
Ringrazio Badelj per aver intrapreso questa avventura, essersi rialzato dall’inizio titubante ed essere entrato in campo dopo una ferita grave alla testa (tanti stanno in infermeria a guardarla alla TV)
Ringrazio Marcos Alonso per la sua caparbietà, la sua voglia di giocare e dare tutto per la squadra.
Ringrazio Gomez per la sua testardaggine, e per aver scelto Firenze in mezzo a tante richieste.
Ringrazio Kurtic perché con la sua umiltà e la sua professionalità ha dimostrato di essere un giocatore e una persona che fanno sempre comodo. Ho visto solo lui trascinare Badelj fuori dal campo dopo il suo infortunio contro l’Atalanta in Coppa Italia.
Ringrazio Joaquin, che sempre col sorriso e la sua classe sopraffina mi ha entusiasmato come nessun altro a Firenze (ripeto, ho 20 anni) e ha dimostrato di amare questa maglia.
Ringrazio Pizarro, perché quelle lacrime vogliono dire più di mille parole.
Infine, ringrazio il mio capitano, Pasqual, che dal campo o dalla panchina, è quello che ci crede di più, quello che nonostante tutto si rialza, e che nei momenti di difficoltà c’è sempre. 10 anni in Viola, nonostante qualcuno dica che questa piazza è importante, sono tanti per un giocatore che raggiunge la Nazionale ed ha richieste da squadre calcisticamente ed economicamente più prestigiose. Il rinnovo del contratto dopo lo 0-3 con la Juve basta e avanza per chiamare uno scultore e fare una statua di Pasqual davanti allo stadio.
Dovrei ringraziare molte altre persone che indossano la maglia che amo ogni settimana, ma non voglio perdermi troppo in ringraziamenti.
Lascio un messaggio. Io sono felice della partita contro il Siviglia, ho visto una rinascita che trascende dal risultato sul tabellone sopra lo stadio, ho visto la grinta che volevo e che esigevo. Adoro questa squadra e adoro questi giocatori, continuerò a seguirli e a sostenerli anche lontano da Firenze, così come faccio ed ho fatto con Jovetic, D’Agostino, Ujfalusi, Frey, Santana, Riganò e compagnia varia. Nessuno mi conosce, nessuno mi considera, questa parole non le leggerà nessuno, ma quando vedo quei giocatori sorridere, a me non interessa che guadagnino in una settimana più di quanto io possa guadagnare in tutta la vita, non mi interessa se la loro moglie è più bella di qualsiasi donna io possa mai desiderare, mi interessa che mi stiano aiutando ad essere felice, perché la Fiorentina cambia il mio umore. E per questo, non posso far altro che ringraziare tutti. Solo applausi.
PS : Il pubblico voleva vedere Matias Fernandez o altri che giocavano come Dunga, Schwarz o Iachini, ovvero con la grinta su ogni pallone, a mordere le caviglie agli avversari. Io ho visto solo Donadel giocare così a Firenze, e parzialmente Behrami.
La mia osservazione è questa. Matias Fernandez ha numerosi pregi e tante caratteristiche che fanno di lui un ottimo giocatore, ma chiedergli di mordere le caviglie e recuperare i palloni come l’anno scorso faceva Ambrosini è follia, sarebbe come voler estrarre un pigmento rosso da un verde, e sappiamo tutti che il verde è fatto da giallo e blu.
Matias Fernandez ti regala il giallo e il blu, che sono due splendidi colori, ma non può darti il rosso, semplice.
Il tifoso che giovedì sera ha fischiato e deriso la squadra, a quanto pare, è daltonico.
Si conclude un percorso che entra nella Storia della Fiorentina positivamente. Delle pagine di storia sono state scritte in questi 3 anni, e sono belle pagine. E una bella pagina è stata scritta anche giovedì. C’è una macchia, la reazione di una parte della tifoseria. Speriamo sia un errore che non comprometterà il proseguimento di questo splendido libro che si chiama Fiorentina, e che io leggerei in tutte le lingue del Mondo, come quelle che parlano nel nostro spogliatoio.
Giovanni Paolini
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