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Ujfalusi: “Devo tantissimo a Prandelli, Firenze città accogliente”

L’ex difensore viola si racconta: “Sono rimasto amico con Pazzini, Mutu, Gamberini e Dainelli”

Redazione VN

Finita la pausa caffè. Un po’ lunga forse, ma bisognava rinfrescare le idee. Perché Tomas Ujfalusi ha voglia di parlare ancora. Soprattutto di passato. “Sono stato in Italia dal 2004-08 e con la Fiorentina eravamo sempre al top - racconta a gianlucadimarzio.com - Prandelli che è stato il miglior allenatore della mia carriera e gli devo tantissimo perché è quello che mi ha iniziato a far giocare da terzino spostandomi dal centro della difesa”. Non solo calcio, però, perché in quegli anni a Firenze è stata anche l’occasione per fare delle nuove amicizie. “C’era Luca Toni che ci faceva ammazzare dalle risate e ancora oggi con lui Pazzo(Pazzini), Mutu, Gamberini e Danielli siamo molto amici”.

Prandelli allenatore speciale per la carriera di Ujfalusi e proprio perché ne conosce bene i metodi di lavoro, Thomas non si stupisce di come sia finita l’avventura dell’ex c.t. azzurro sulla panchina del Galatasaray. “Prandelli ha continuato il lavoro di Mancini. Io che ho giocato 4 anni in Italia so cosa vuol dire quel tipo di lavoro: allenamenti pensati e molta tattica. In Turchia il calcio è vissuto in maniera diversa e il loro approccio non piaceva”. Prandelli ne ha pagato le conseguenze, a differenza di Mancini che invece, proprio quando Ujfalusi era un dirigente del Galatasaray, è riuscito a centrare il secondo posto il campionato, accedere agli ottavi di Champions eliminando la Juventus nel girone e vincere anche la Coppa di Turchia. “Mancini aveva un bel rapporto soprattutto con lo staff, faceva squadra e alla fine ha portato a casa risultati importanti”. Quelli che adesso l’Inter si aspetta da lui. “Ha preso la squadra in un momento di grossa difficoltà. Quest’anno ha fatto fatica ma sono sicuro che da settembre sarà un’altra storia”. A proposito, si parla tanto di Felipe Melo come rinforzo dell’Inter per la prossima stagione. “Non sono convinto che possa essere l’uomo giusto per l’Inter. E’ un ottimo giocatore, non si discute. Ha fatto grossi progressi anche a livello caratteriale, ma ha vai per i 32 anni e non è più un ragazzino”.

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E c’è anche un simpatico episodio legato a questo mancato trasferimento. “Benitez mi chiamò per andare al Liverpool. Gli risposi al telefono e lui iniziò in italiano. Non me l'aspettavo e allora pensai che fosse Mutu che mi stava faceva uno scherzo. Non ci ho pensato due volte e gli ho attaccato subito il telefono in faccia. Poi mi ha chiamato di nuovo, presentandosi ancora come Rafa Benitez, e allora ho capito che era tutto vero”. A distanza di anni gli scappa ancora una risata mentre ricorda l’episodio. Ma poi ritorna serio. “Alla fine mi resi conto che Liverpool non era una piazza adatta a me dopo 4 anni nei quali avevo vissuto in una città accogliente come Firenze. Ecco perché scelsi l'Atletico Madrid e non mi sono mai pentito di quella decisione”.