altre news

Basanta sulle orme del Caudillo e di Gonzalo

Basanta, l’Argentina e una tradizione da portare avanti

Redazione VN

Tra Firenze e l'Argentina c'è un legame che va al di là della semplice casualità alla quale si potrebbe addurre per sconsacrare le parabole dei vari Montuori, Lojacono, Bertoni, Diaz e Batistuta. E' un idillio fatto di cultura, sangue e affinità caratteriali che va avanti ormai da quasi sessant'anni, e che con il probabile sbarco di José Basanta sulle rive dell'Arno potrebbe trovare il suo nuovo messaggero. Un difensore centrale, guarda caso. Già, perché nel mosaico esposto precedentemente e composto dagli argentini viola che meglio hanno saputo incarnare questa sintonia, manca un tassello fondamentale, uno dei più grandi in assoluto del calcio: Daniel Passarella.

Capitano dell'Argentina campione del Mondo nel '78, El Caudillo arrivò a Firenze solo quattro anni dopo, nell'estate rovente del 1982 che seguì lo scippo tricolore della Juventus. Instaurò uno splendido rapporto con la tifoseria dopo qualche tentennamento iniziale, migliorato di anno in anno, che gli permise di riacquistare la fiducia più totale in sé stesso. Non è un caso che, oltre che per le ripartenze dalle retrovie e le reti, a Firenze venga ricordato per il suo grande temperamento e l'autorità con cui gestiva le fasi di gioco. Trent'anni dopo il testimone passa a Gonzalo Rodriguez, il futuro compagno di reparto del probabile nuovo arrivo di casa viola, sul quale sarebbe superfluo spendere troppe parole.

A José María Basanta Pavone l'onere e l'onore di proseguire il cammino sul solco tracciato dai suoi due connazionali che come due grandi direttori d'orchestra hanno saputo guidare la retroguardia viola. In bocca al lupo "Chema", la tua avventura è appena iniziata.

ALESSIO CROCIANI

Twitter: @AlessioCrociani