Al cuor non si comanda, recita il famoso proverbio. Sarà vero? In realtà, a volte, è cosa buona e giusta dar più peso a ciò che dice la testa. Come negli affari che coinvolgono il mondo del calcio, dove può capitare che il tuo, di cuore, suggerisca di dar fiducia a quello di un giovane portiere brasiliano che alla resa dei conti mostra il suo lato più freddo e razionale. Titoli di coda, tra rammarichi e piedi battuti a terra per il disappunto (anche se ne hai viste di peggiori). In poche parole, a torto o a ragione, ti senti tradito. Non solo da quel giovane portiere ma anche dalla tua ingenuità. Ti arrabbi e idealizzi la perdita (tecnica, in questo caso), gonfiandola ben oltre le sue autentiche dimensioni. D'altronde la psiche umana funziona così quando si toccano i sentimenti.
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Su Tata l’ombra dell’idealizzazione di Neto ‘mani calde-cuore freddo’
Il brasiliano tra ingenuità e tradimento. Il rumeno tra Parma e qualche scetticismo di troppo: serve fiducia
Ma la realtà ci impone di guardare al futuro prossimo, che nel caso della Fiorentina si chiama Chievo. A difendere i pali viola ci sarà ancora Ciprian Tatarusanu, l'altra faccia del parametro zero a Firenze. Una certa parte del tifo gigliato si è mostrata scettica sulla possibilità che il Tata si dimostri un numero uno affidabile nel tempo. Probabilmente anche a causa di quel rapporto finito e idealizzato. Sta di fatto che per dare un giudizio sulle qualità dell'ex estremo difensore della Steaua Bucarest, positivo o negativo che sia, sarà necessario vederlo all'opera con una certa continuità. Troppo poco ciò che si è potuto intuire dalle sue prestazioni in Europa League e da quelle contro Parma e Palermo. E non storciamo il naso alla prima sbavatura: l'esperienza di Neto in viola insegna.
ALESSIO CROCIANI
Twitter: @AlessioCrociani
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