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SPECIALE VN: alla scoperta del calcio di Pioli tra fasce, pressing e trequartista

Abbiamo studiato il sistema di gioco del probabile prossimo allenatore della Fiorentina. Vi convince?

Stefano Niccoli

A meno di clamorosi stravolgimenti sarà Stefano Pioli il nuovo allenatore della Fiorentina nella prossima stagione. L’aggressività, l’intensità e le verticalizzazioni sono le caratteristiche delle sue squadre.

La sua tattica è contenuta nella tesi “Le catene di gioco laterali in un 4-4-2”, scritta quando guidava la Primavera del Chievo. Secondo il tecnico emiliano il sistema di gioco deve essere:

- equilibrato: la fase offensiva e difensiva hanno la stessa importanza;

- elastico: cioè facilmente adattabile a qualsiasi avversario;

- razionale: cioè che sia adeguato alle caratteristiche dei calciatori a disposizione.

Nella sua tesi, Pioli divide i propri giocatori in “catene di gioco” che “vanno intese come una collaborazione tra più giocatori dislocati vicino sul terreno in senso orizzontale o verticale dal sistema di gioco”. L’ex viola sottolinea l’importanza delle fasce: “Occupare, presidiare e sfruttare le fasce laterali è uno dei requisiti del gioco a zona. In entrambe le fasi di gioco dovremmo assolutamente tener conto di due fattori fondamentali del gioco del calcio: tempo e spazio”. Nella fase difensiva un ruolo cruciale ce l’ha il pressing. Nella sua tesi si legge: “In fase di non possesso ho scelto di effettuare un pressing offensivo sulle fasce, creando con le catene laterali densità in zona palla con l’obiettivo di ridurre tempo e spazio agli avversari, di riconquistare palla nella metà campo offensiva e di tenere il più lontano possibile dalla nostra area la squadra rivale”.

In fase offensiva, le caratteristiche del gioco di Pioli sono:

- abilità tecnica in rapidità d’esecuzione;

- velocità di movimento;

- capacità di leggere qualsiasi situazione tecnico-tattica.

Il trequartista è una figura chiave perché determina il passaggio dal 4-4-2 al 4-2-3-1.

Concentriamoci adesso sull’Inter.

FASE DI POSSESSO

In fase di possesso la squadra nerazzurra si disponeva con il 4-2-3-1. La costruzione dell’azione non prevedeva l’utilizzo dei mediani. A ricevere la palla da Handanovic o dai difensori centrali erano Ansaldi e D’Ambrosio. I due terzini verticalizzavano per Candreva e Perisic. La retroguardia avversaria veniva attaccata con almeno tre giocatori: la punta centrale, il trequartista e l’esterno non impegnato nel cross.

Un’altra soluzione adottata dall’Inter di Pioli era l’abbassamento di Banega sulla linea dei mediani con l’obiettivo di allargare le ali, capaci di creare un due contro uno grazie alla sovrapposizione dei terzini.

FASE DI NON POSSESSO

Il 4-4-1-1 era il modulo dell’Inter in fase di non possesso. I due esterni alti si abbassavano sulla linea dei centrocampisti in modo da formare un reparto con quattro giocatori. I difensori centrali della formazione avversaria erano costretti a giocare sulle fasce per via del pressing della punta e del trequartista. In questo modo le ali uscivano con grande intensità durante la trasmissione del pallone. In mediana arrivava anche il raddoppio del terzino sul centrale di centrocampo di zona e/o sull’esterno di riferimento.

Molto strette le linee di difesa e centrocampo nella zona bassa del rettangolo verde. La mediana veniva aiutata dal trequartista, mentre l’attaccante effettuava una smarcatura preventiva per essere servito in caso di contropiede.

Questa, dunque, la filosofia tattica di Stefano Pioli. A beneficiarne potrebbero essere, soprattutto, Riccardo Saponara, vista la sua facilità di agire tra le lineee, Federico Bernardeschi.

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