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Spalletti: “Qualcuno ferma mia moglie e le dice di tornare al Ponte Vecchio”

Il tecnico della Roma alla vigilia del match col Torino: "Con Totti non ci sono problemi, ma io devo pensare al bene della squadra. Dzeko, il tempo è finito"

Redazione VN

Avviso ai naviganti: Luciano Spalletti non arretra di un millimetro. Magari, ammette, "ripensandoci il giorno dopo, si possono fare scelte sbagliate come toni e tempistiche", ma il concetto espresso dopo il pareggio contro l’Atalanta è sempre quello: "È corretto dire che Totti salva la Roma, ma non che è la Roma. Ci sono tanti calciatori, perché quando parlate del gol di Francesco non parlate dell’azione di Perotti, del movimento di Dzeko, dei contrasti spaccagambe di El Shaarawy? Io - spiega il tecnico - devo pensare a tutti, intervenire e moderare quando si dice che la Roma dipende solo da questo o quel calciatore. Non mi faccio intimorire da quello che si scrive o si dice, c’è anche chi ferma mia moglie mentre va a fare la spesa e le dice che il marito dovrebbe tornare a Ponte Vecchio".

"Ho parlato di giocatori che devono pensare alla famiglia e alla squadra? Sì, ma non dico a chi mi riferivo, lo dico nello spogliatoio a loro. Il giorno è fatto di 24 ore, bisogna dormire 7 o 8 ore, bisogna allenarsi, riposarsi dopo l’allenamento, serve tanta attenzione, basta vedere il primo gol a Bergamo. Mi hanno chiamato per far rispettare delle regole e dei principi, abbiamo il volante saldo in mano. E io - aggiunge - non metto le mani addosso a nessuno, non scherziamo. Poi nello spogliatoio ho manifestato il mio dissenso per quello che è successo. Dzeko? Adesso tocca a lui, se mi fa vedere chi è bene, se non me lo farà vedere prenderò atto. Dipenderà tutto da Dzeko, se farà vedere le sue qualità lo userò, altrimenti no. Adesso ci deve far vedere chi è, non c’è più tempo" dice Spalletti. (gazzetta.it)

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