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Senza gambe ma con la testa e il cuore, in attesa del mercato. E Pepito…

La permanenza di Giuseppe Rossi è ancora auspicabile nella prospettiva di un futuro prossimo

Alessio Crociani

Dammi tre parole, testa, gambe e cuore. E' la ricetta del successo, quella che nel calcio giocato porta alla perfezione. Quasi un'utopia in questa Serie A livellata verso il basso come forse mai era successo nella storia del calcio italiano. Succede così che togliendo uno dei tre ingredienti, ma allo stesso tempo abbondando con gli altri due, si riesca comunque a vincere e convincere, chiudendo il 2015 con un secondo posto in classifica non banale ad un solo punto dall'Inter capolista.

E' il caso della Fiorentina, bollata forse troppo presto come meteora in fase calante e irreversibile dopo la flessione fisica accusata negli ultimi tempi. Le gambe, per stessa ammissione di Andrea Della Valle nel post partita di ieri, fanno ancora fatica come qualche giorno fa, ma il deficit atletico non è bastato a scalfire le certezze di questo gruppo. Segno incontrovertibile che, in attesa dell'arrivo di forze fresche dal mercato, la principale peculiarità alla base del progetto strutturato da Paulo Sousa resta la mentalità.

Testa e cuore, appunto. Gli stessi due ingredienti che ieri hanno fatto la differenza tra un risultato positivo e la sconfitta per l'Inter, affossata dall'ennesima (doppia) follia in carriera di Felipe Melo, e che ci riconsegnano una Roma in piena crisi di nervi nonostante la vittoria (leggasi alle voci "tifo" e "Dzeko"). Testa e cuore che serviranno nei prossimi giorni anche a Giuseppe Rossi e la società viola per decidere le sorti del loro amore. Perché un lieto fine è ancora auspicabile nella prospettiva di un futuro prossimo. A meno che le sirene di Samp e Betis non si trasformino in una tentazione irresistibile per Pepito.