A Firenze, molti tifosi l’avrebbero visto bene con il viola addosso. Perché è un giocatore che dà tutto per la maglia, che non si risparmia. Con una caratteristica da non sottovalutare: la fame sportiva. La voglia di vincere e di affermarsi. Il personaggio in questione è German Denis. Il tecnico dell’Atalanta Stefano Colantuono non lo convocò per la gara di Coppa Italia dello scorso 21 gennaio, ma domenica all’ora di pranzo l’attaccante argentino dovrebbe essere regolarmente in campo al Franchi.
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Quello che poteva essere, ma non è stato
Denis è stato spesso accostato alla Fiorentina. I destini del Tanque e della viola sono stati vicini, ma non si sono mai incrociati
Il Tanque è stato spesso accostato alla Fiorentina, sia nelle più recenti sessioni di calciomercato che in quelle più datate. Di un corteggiamento dei gigliati per il classe 1981 si era parlato durante l’estate 2014. Il suo approdo in riva all’Arno avrebbe probabilmente determinato la cessione in prestito di Babacar all’Eintracht Francoforte per una stagione. Anche poco prima dell’inizio dell’ultima finestra invernale di trattative, Denis era tornato di moda, visto l’arrivo a Bergamo di Pinilla. Stesso discorso nel 2013. Il club dei Della Valle era alle prese con il caso Ljajic, dubbioso se rinnovare o no il contratto. I dirigenti viola si stavano già muovendo alla ricerca di un eventuale sostituto del serbo. Uno dei nomi sulla lista era proprio quello di German Denis, individuato come vice Gomez. Niente da fare perché al posto dell’attuale calciatore della Roma sarebbe arrivato Ante Rebic, destinato ad avere poca gloria alla corte di Montella.
La società di viale Fanti, con l’Aeroplanino in testa, avrebbe puntato molto sulle motivazioni e l'integrità fisica del Tanque. Quello buono, però. Prima punta di movimento, ma all’evenienza anche centravanti boa. Alla Batistuta, con le dovute differenze, sia chiaro. I destini di Denis e della Fiorentina si sono spesso avvicinati, ma hanno continuato a viaggiare su due strade parallele, senza mai incrociarsi. Come si dice in questi casi: quello che poteva essere, ma non è stato.
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