Quel brutto vizio di non rinnovare i contratti

E’ vero che nel calcio i contratti vengono stipulati per poi essere strappati ma è altrettanto vero che se un accordo non esiste si facilita la partenza degli atleti e dei dirigenti. A Firenze è successo negli anni che si perdesse a costo zero elementi del calibro di Ujfalusi e Liverani (a causa anche dei suoi dati anagrafici) ma poco male; i risultati continuavano ad arrivare e tutti chiudevano un occhio.  Messa una pietra tombale sul caso Montolivo e persa nella stessa maniera la piacevole sorpresa Cesare Natali restano altri contratti non protetti. Si tratta di Boruc, dato come partente e vicino al Torino: il giocatore, qualora fosse stata esercitata l’opzione per il rinnovo avrebbe potuto fruttare un incasso alla società ma così non è stato ed è probabile che parta a costo zero salvo ripensamenti dell'ultim'ora.

Analoga situazione la vivono paradossalmente i colletti blu Macia e Guerini, coadiuvanti dell’operazione rinascita. Per Eduardo Macia (la pronuncia corretta è Macià come rivelò Mencucci a Radioblu qualche settimana fa) dovrebbe trattarsi di pura formalità. Il talent scout verrà promosso ad assistente di Pradè ma non ci dovrebbero essere intoppi. Il tutto in virtù del fatto che il dirigente ha fatto fin’ora le veci del già esautorato Corvino. Per quanto riguarda il club manager Vincenzo Guerini, re improvvisato allenatore nelle ultime due giornate, la situazione sembra essere analoga. La società ha apprezzato il suo lavoro e anche la maggior parte del pubblico sembra essersi convinta del suo approdo in riva all’Arno. Quello che conta davvero è mettersi alle spalle questi ultimi due anni che la Fiorentina ha vissuto nel più totale precariato e prendere certezza del fatto che una firma non è sempre e solo una formalità: la ricetta potrebbe partire anche da questa premessa, contratti siglati a tutela del patrimonio e un po’ di fortuna, che non guasta mai.

STEFANO ROSSI