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Quando il calcio diventa bestiale: i soprannomi più selvaggi dei calciatori

Nella maggior parte dei casi sono i giornalisti o i commentatori sportivi ad affidare ai giocatori dei soprannomi sempre più originali, ma è capitato che fossero anche le stesse personalità di spicco del settore

Redazione VN

Nel mondo dello sport, ma soprattutto in quello del calcio, da decenni è ormai abitudine dare soprannomi sia alle squadre che ai singoli atleti.  Nella maggior parte dei casi sono i giornalisti o i commentatori sportivi ad affidare ai giocatori dei soprannomi sempre più originali, ma è capitato che fossero anche le stesse personalità di spicco del settore quali allenatori, giocatori e dirigenti.

Resta il fatto che, oramai, i soprannomi sono dei veri e propri tratti identificativi per i calciatori a cui sono rivolti. Questi possono fare riferimento a caratteristiche fisiche oppure psicologiche, a particolari abilità di gioco, possono fare riferimento al nome, alla provenienza oppure a vicende compiute dal giocatore stesso.

Il repertorio è molto vasto e la “magia”, per così dire, del soprannome è l’immediata identificazione del calciatore con esso. Vi sono molti giocatori che possiedono soprannomi legati ad alcuni animali.

Guardiamo più da vicino questi giocatori bestiali, tra glorie del passato e campioni attuali, e proviamo anche a capire la motivazione legata alla scelta dell’eventuale appellativo. Vi sorprenderete nel leggere di quanto ingegno, creatività ed effettiva ragione ci sia in molti di essi.

Il primo che potrebbe venirci in mente è Gabriel Omar Batistuta, definito il Re Leone, soprannome animalesco legato al famoso personaggio Disney. Il motivo del celebre soprannome è legato fondamentalmente al carattere dominante ed alla presenza decisiva di Batistuta dal momento che in campo si presentava come il maschio alfa di un branco di leoni nella savana.

Più recente è il soprannome legato all’attaccante del Torino, Andrea Belotti. E’ stato lo stesso giocatore, non molto tempo fa, a dare spiegazione della sua esultanza e, di conseguenza, del soprannome. Quando era piccolo, il giocatore era solito correre dietro ai galli nel pollaio della zia. Ecco da dove deriva il soprannome Gallo.

Nelson de Jesus Silva, detto Dida, ex portiere del Milan era soprannominato Baghera, come la pantera del romanzo per bambini Il libro della Jungla. Il suo soprannome è legato al fatto che, nonostante non fosse efficace nelle parate essenziali in uscita o nelle trattenute, sui tiri più complicati trovava la sua consacrazione.

Passando ad animali decisamente più piccoli troviamo la Formica Atomica, Sebastian Giovinco. Il suo soprannome proviene direttamente dal mondo di un cartone animato, il cui protagonista presentava le abilità di una formica geneticamente modificata a cui sono state associate le caratteristiche di gioco di Giovinco: tantissimo potenziale ma con poca continuità. 

Anche i grandi campioni possono essere associati a piccoli animali. Ed è esattamente il caso della Pulce, Lionel Messi. Il suo problema all’ormone della crescita e, di conseguenza, la sua bassa statura hanno dato un contributo importante all’assegnazione del suo soprannome, il quale però si rifà soprattutto alla grande agilità e velocità del campione argentino oltre alla sua grande capacità di giocare palla a terra. 

Infine, non possiamo non menzionare Marco Van Basten, il Cigno di Utrecht. L’ex milanista è stato accostato a questo animale per la sua fisionomia nobile e flessuosa quanto sottile e fragile.

Naturalmente i soprannomi nel mondo del pallone sono davvero tanti ed in questa lista mancano anche molti animali in attesa di collocazione calcistica ad esempio il ghepardo, il toro, la gazzella ed il rinoceronte, del quale, tra l’altro, è finalmente diventato illegale il commercio del corno.

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