Leonardo Pettinari, centrocampista di proprietà dell'Atalanta oggi in prestito al Varese, fino a qualche mese fa era uno dei talenti più apprezzati del panorama calcistico della serie cadetta. Poi uno stop a causa di problemi di salute lo hanno escluso dai campi di calcio. La redazione di Tuttomercatoweb.com lo ha intervistato per raccontare la sua storia. "Avevo episodi di tachicardia - racconta il giovane cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina - che duravano poco ma che accusavo durante l'allenamento. Alla quarta volta che mi è successo è subentrata in me la paura. A quel punto ho parlato con Clerini, medico del Varese, e con il resto della dirigenza del club e ho deciso di approfondire la mia situazione, anche perché poteva trattarsi di episodi legati allo stress. Ho ripetuto le visite che abitualmente chi fa il calciatore sostiene ogni sei mesi, ma non c'è stato nessun riscontro. Si parlava di battiti aritmetici extrasistole. Poi ho fatto una visita specialistica e la dottoressa mi ha consigliato uno studio elettrofisiologico per il quale sono stato ricoverato a Varese. Anche qui però non c'è stato nessun esito particolare e così ho deciso di riprendere gli allenamento. Dopo poco è arrivato lo stop perché la risonanza cardiaca aveva evidenziato una carenza di tessuto sul ventricolo sinistro probabilmente dovuta ad una situazione genetica. Il professor Caru però mi ha rassicurato dicendomi che non vi erano segnali degni di nota".
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Quando hai visto le immagini di Morosini cosa hai pensato?
"Sono rimasto scosso. Io e Piermario abbiamo fatto un percorso simile e ci siamo incontrati spesso durante il periodo del settore giovanile. Personalmente posso dire che mi sono sentito rispettato dalla mia società che mi ha fatto fare accertamenti approfonditi, mentre Piermario probabilmente non ha avuto allarmi precedenti. Il cuore, purtroppo, è un organo strano".
Come categoria vi sentite tutelati?
"In teoria in Itaia vengono effettuati esami più approfonditi rispetto ad altri paesi, ma assistere a situazioni come quelle di Morosini non sono facili da vedere. Magari una risonanza al cuore in più può anche servire, ma non spetta a me dirlo. Noi siamo nelle mani dei medici sportivo che sono molto preparati e, secondo me, dopo questa tragedia introdurranno nuove strumentazioni se lo riterranno opportuni".
Le strutture dove si gioca, invece, sono adatte per certi eventi?
"Questo è un discorso diverso. Fino a sabato scorso pensavo di si, ma mi sono accordo che certi stadi sono obsoleti e con una conformazione molto particolare. E' giusto che venga fatto qualcosa".
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