Lo sgomento per la scomparsa di Morosini ha indotto molti cronisti a cercare dei casi simili accaduti nel calcio italiano e non solo. Per quello che concerne i precedenti nostrani sono emersi i nomi di Taccola, Curi e Manfredonia (scampato, comunque, alla morte). In realtà, per la precisione, dobbiamo ricordare, però, che solo Curi (nel 1977) è morto durante una fase di gioco.
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Perché nessuno ricorda l’aneurisma di Cherubini?
Il difensore del Giulianova crollò sul campo nell’aprile del 2006
La cosa strana è che praticamente nessuno ha ricordato l'aneurisma che colpì Gianluca Cherubini, difensore trentaduenne del Giulianova, il 13 aprile 2006 (quindi solo 6 anni fa) durante Giulianova-Novara. Come successe per Manfredonia, il giocatore riuscì a sopravvivere, ma la paura che serpeggiò quel giorno a Giulianova fra i calciatori in campo e gli spettatori fu veramente tanta, la solita, probabilmente, di quella che si è creata all'Adriatico di Pescara dopo il malore occorso a Morosini. Da evidenziare la particolare coincidenza delle due date: 13 aprile malore di Cherubini, 14 aprile malore e morte di Morosini.
ROBERTO VINCIGUERRA
Per ricordare quell'episodio, risoltosi in maniera positiva, Vi riportiamo l'articolo della Gazzetta dello Sport:
TERAMO - Alle 19 i medici hanno consentito ai genitori di Gianluca Cherubini di visitarlo per pochi istanti. Stabili le condizioni del giocatore del Giulianova, ricoverato all'ospedale Mazzini di Teramo dopo l'aneurisma che l'ha colpito nel corso della partita col Novara. Un segnale questo che induce ad un cauto ottimismo, dopo le prime drammatiche parole del primario del reparto di neurochirurgia. Il dottore Danilo Lucantoni, intervenuto per un primo consulto durante la Tac di controllo eseguita sul calciatore al suo arrivo all'ospedale, aveva detto «la sua vita è appesa a un filo». Ora bisogna attendere il decorso dei prossimi giorni, per vedere gli esiti del drenaggio ventricolare al quale il giocatore è stato sottoposto per monitorare in continuazione la pressione intracranica.
Il giocatore si era accasciato verso il 15' del primo tempo. Sulle prime si è ipotizzato che fosse stato vittima di una pallonata alla testa ricevuta su un calcio di punizione. Ma il medico della società abruzzese ha smentito.
E infatti successivamente è arrivata la precisazione che Cherubini, in barriera sul calcio da fermo, non è stato colpito dal pallone. Ma qualche istante dopo, mentre l'azione proseguiva, è finito a terra perdendo i sensi. "Era dietro di me - ha ricostruito un centrocampista del Giulianova, Pasquale Catalano -; ho visto subito che la situazione era gravissima". Un altro compagno di squadra, il difensore Federico Del Grosso, ha riferito invece che all'inizio i giocatori hanno pensato che Cherubini "potesse riprendersi", ma poi "abbiamo visto che la situazione era grave". Al momento dell'incidente la squadra di casa era in vantaggio per 1-0 e ha poi vinto la partita, chiusa in ritardo per i soccorsi, sul 2-0. "Siamo tutti sgomenti", ha aggiunto Del Grosso, sottolineando che i compagni hanno dedicato la vittoria al centrocampista colpito dal grave malore: "Vogliamo - ha aggiunto - che torni a giocare".
A parlare per ora è Alessandro Quartiglia, presidente del Giulianova: "Devo ringraziare i giocatori e l'allenatore del Novara, che hanno avuto grande rispetto. Nelle tragedie che capitano e non riguardano il calcio è bello vedere tanta solidarietà e unione. Stiamo pregando tutti perchè il giocatore si possa rimettere al più presto".
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