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Papa Waigo e la fuga: “Ecco la mia verità”

Al centro di un vero e proprio “caso” con l’Ascoli per non essersi presentato in ritiro dopo ben 10 giorni dall’inizio della preparazione, N’Diaye Papa Waigo racconta le sue verità …

Redazione VN

Al centro di un vero e proprio "caso" con l'Ascoli per non essersi presentato in ritiro dopo ben 10 giorni dall'inizio della preparazione, N’Diaye Papa Waigo racconta le sue verità parlando al Resto del Carlino. Queste le parole dell'attaccante ex Fiorentina: "Sono a Dubai. Sono stato nella sede dell’Ascoli due settimane fa per chiedere ai dirigenti bianconeri di lasciarmi andar via. Ho firmato un contratto per un anno con l’opzione per gli altri due e ho implorato i dirigenti di non farla valere perchè ho gravi problemi familiari da risolvere e non posso rimanere all’Ascoli. Pensavo fosse tutto chiarito e invece mi sono ritrovato legato alla società bianconera fino a giugno 2014 senza possibilità di poter fare nulla".

Ma il contratto parla chiaro: non sarebbe meglio tornare qui e parlarne direttamente?

"Voglio dire innanzitutto che non sono un bandito, non sono un ladro e non sono un irriconoscente. Quando ho accettato di venire all’Ascoli ho rinunciato a 600.000 euro che mi dava la Fiorentina. Mi ha convinto il presidente Roberto Benigni, il suo progetto di voler salvare l’Ascoli nonostante i dieci punti di penalizzazione, il suo entusiasmo. Gli ho detto. ’Quanto mi puoi dare?’ Lui ha risposto: "90.000 euro" e io ho detto: "Va bene, accetto questa sfida perchè voglio giocare e voglio dimostrare di essere ancora determinante". Così sono venuto all’Ascoli con grande entusiasmo. Abbiamo compiuto un miracolo anche grazie ai miei 15 gol. La società sapeva benissimo che avevo delle necessità familiari e tuttora spero che capisca che non posso più tornare a giocare in Italia, ma neanche in Europa. La mia esperienza calcistica europea è finita. Ho questa opportunità a Dubai, ma la società araba non aspetterà il 30 agosto. Quindi se l’Ascoli non mi lascerà andar via prima tornerò in Senegal e smetterò di giocare, perchè prima del calcio c’è la mia famiglia e io devo tutelarla".