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Palla a terra, bel gioco e un pizzico di imprudenza: ecco il Lecce di Liverani. L’analisi tattica

I giallorossi, avversari stasera della Fiorentina, sono tra le sorprese della Serie A. Ma l'azione manovrata sempre e comunque può costare cara...

Alessio Crociani

Costruzione dal basso, palla a terra e nessun timore reverenziale verso l'avversario di turno. Che si chiami Juventus o Brescia, non fa differenza. Si può riassumere così, in soldoni, la filosofia di gioco del Lecce di Liverani, dietro solo al Verona nella speciale classifica delle squadre rivelazione di Serie A. Lo testimoniano gli undici punti conquistati nelle prime tredici giornate di Serie A, un bottino niente male per una neopromossa che oggi - se il campionato dovesse finire in questo momento - sarebbe salva con tanto di applausi. Merito dei protagonisti sul campo, ovviamente, ma anche di un tecnico capace di mantenere immutato il dna della propria squadra nel repentino doppio salto di categoria.

Il Lecce non guarda in faccia a nessuno: l'atteggiamento propositivo della squadra di Liverani è lo stesso indipendentemente dall'avversario. Sintomo di grande mentalità, oltre che di personalità, ma a volte anche di imprudenza. Il rovescio della medaglia è infatti rappresentato dal perforabilità difensiva che fa del Lecce la compagine con più reti subite fino ad oggi nella Serie A 2019/2020, a pari merito col Genoa. È lo scotto da pagare quando hai l'ambizione di proporre bel calcio in una realtà che punta a salvarsi, ma evidentemente il gioco vale la candela. Dunque: cosa dobbiamo aspettarci dai nostri avversari, stasera depotenziati dalle assenze di Lapadula, Mancosu (bomber dal dischetto), Majer e Meccariello?

La manovra del Lecce parte dal portiere, che ha sempre ha sempre la possibilità di appoggiarsi sui due difensori centrali. In questo caso sarà fondamentale applicare un pressing di squadra abbastanza alto, in modo da indurre all'errore uno tra Lucioni e Rossettini. Per quanto riguarda la fase di sviluppo, si punta quasi sempre sui passaggi corti e l'azione manovrata, anche dopo il recupero palla. Attenzione agli inserimenti dei terzini, soprattutto a quelli di Calderoni: il suo sinistro ha già colpito tre volte in questa stagione. La contemporanea presenza in campo di Petriccione e Tachtsidis permette di avere alla compagine salentina un doppio regista, con qualità che giovano alla manovra della squadra. Nel reparto offensivo la squadra si schiera con un trequartista (Shakhov) libero di svariare dal centrocampo all'area di rigore (senza disdegnare le corsie esterne) e due punte, chiamate in causa principalmente con passaggi filtranti (Farias più degli altri) ma abili anche ad intercettare i cross dalle fasce (La Mantia). In fase di non possesso, il Lecce punta tutto sul pressing asfissiante e la densità al centro, talvolta scoprendo il fianco alle sortite degli avversari sulle corsie esterne. Musica, almeno sulla carta, per le orecchie di Dalbert e Lirola.

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