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Neto, Tatarusanu e la (doppia) maledizione di Seba Frey

L’affermazione del brasiliano sembrava aver rotto il sortilegio. Poi la querelle sul rinnovo e l’addio ad un passo

Redazione VN

C'è chi scartando i regali confezionati con tanto di nastro dorato troverà una bella supercoppa made in Qatar. Altri, invece, un mercato di gennaio ricco di sogni e di suggestioni. Per la Fiorentina, ovviamente, niente di tutto ciò: sotto l'albero di Natale riecco la (doppia) maledizione di Sebastien Frey. Dall'addio del numero uno francese, l'imposta sulla successione della porta viola fin'ora ha spaventato tutti: da Boruc a Viviano, fino a Neto, la cui avventura a Firenze non si può catalogare tra i successi tecnici della Fiorentina degli ultimi anni. A tre anni solari esatti dal suo arrivo a Firenze, solo il 2014 del portiere brasiliano porta con sé più gioie che amarezze per i tifosi viola. Con sola ma sostanziale eccezione rappresentata da quella magica partita datata 20 ottobre 2013.

E non è certo un caso se due delle ultime tre, infruttuose, esperienze a difesa della porta viola siano raccontate in lingua straniera. Dei nove portieri non italiani nella storia della Fiorentina, il solo Frey, appunto, può vantare di aver fatto la differenza a Firenze: il volenteroso Manninger fa rima con retrocessione (e fallimento), mentre si ricorda poco o nulla di 'gatto' Lobont, Avramov e Munua. E Cejas? Meglio glissare. Chiudono Boruc e Neto, storie recenti ormai note a tutti. Specialmente quella del brasiliano, ahinoi. Ora il testimone per tentare di andare contro la tradizione potrebbe passare tra le mani di Tatarusanu, dodicesimo ai blocchi di partenza ma dotato di esperienza e personalità tali da scommettere sulla sua voglia di essere protagonista anche in Italia. I segnali arrivati dall'Europa League sono incoraggianti.

ALE.CRO.

Twitter: @Violanews