Da Deulofeu e Suso ad Herrmann e Johnson il passo è lungo 94 ore o poco più. E' il tempo che separa il fischio finale di Milan-Fiorentina da quello d'inizio di giovedì sera contro il Borussia Mönchengladbach, due esami di maturità per la difesa viola. Il primo – bocciato senza appello -, oltre alla repentina e preoccupante involuzione di Gonzalo e Astori rispetto alla gara del Borussia Park, ha evidenziato le solite difficoltà congenite della squadra sui fianchi. Quelle maledette fasce, le stesse dove la squadra ha subìto maggiormente nella gara di andata di Europa League e che tanto hanno fatto discutere nel post gara di San Siro.
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Il ritmo delle due ali del Borussia, assieme a quello delle punte e all'apporto dei due terzini, ha mandato in tilt le corsie difensive viola all'andata
Il movimento costante delle due ali di Hecking, assieme a quello delle punte (Stindl e Hazard) e all'apporto dei due terzini (Jantschke e soprattutto Wendt), ha mandato in tilt le corsie difensive viola. Impressionante in particolare la facilità e la frequenza con cui i quattro davanti si scambiavano di ruolo. Zero punti di riferimento, tanta corsa ed inserimenti costanti: a prescindere da chi saranno gli interpreti, la Fiorentina dovrà ripartire anche e soprattutto da questi elementi per cercare di imbrigliare un 'Gladbach per niente rassegnato dopo lo 0-1 dell'andata. Intanto, davanti, tornerà Bernardeschi al fianco di Chiesa. E non è poco per una squadra che con il passare del tempo si sta scoprendo sempre più Fede-dipendente...
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