“Sono stato coinvolto in una rissa e ho temuto per la mia vita, dunque ho avuto paura e ho sparato”. Daniele De Santis, accusato di avere sparato a Ciro Esposito, ha scritto ai pm chiedendo di differire l’interrogatorio previsto giovedì 9 ottobre. De Santis aveva sempre sostenuto di non avere fatto fuoco. Ora agli inquirenti, che indagano sulla morto del tifoso del Napoli ferito il 3 maggio scorso a Roma prima della finale di Coppa Italia tra la squadra partenopea e la Fiorentina, scrive di non sentirsi “pronto” ad affrontare l’interrogatorio. ”Non sono un mostro e la verità su quanto accaduto sta emergendo” scrive l’indagato.
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Morte Ciro Esposito, De Santis ai pm: “Ho sparato per paura”
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De Santis, che è ancora ricoverato, afferma nella lettera di sentirsi molto provato dal punto di vista morale e psicologico anche perché in questi mesi “è stato trattato come un mostro” al punto che “su internet è rintracciabile anche l’indirizzo di casa dei miei genitori”. Nel fax l’uomo sostiene che le sue condizioni di salute non gli consentono di poter sostenere l’interrogatorio. Gli inquirenti sarebbero comunque intenzionati a recarsi a Viterbo, dove De Santis è ricoverato all’ospedale Belcolle, per effettuare l’atto istruttorio al quale l’indagato potrebbe sottrarsi avvalendosi della facoltà di non rispondere. Per gli inquirenti comunque la ricostruzione dei fatti di De Santis è “sommaria e non particolarmente dettagliata” e quanto scrive ‘Gastone’ nelle due pagine in stampatello spedite via fax “non muta il quadro indiziario a suo carico”: una versione che “non toglie e non aggiunge nulla rispetto a quanto sinora acquisito”.
I pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio hanno, nel frattempo, disposto una consulenza medica sulle cartelle cliniche di De Santis. All’attenzione del medico-legale anche alcune foto, fornite dalla difesa di De Santis, relative ai segni di ferite da arma da taglio presenti sul gluteo e addome dell’ultrà (come sostenuto anche dalla difesa). I tagli furono refertati dai medici del centro clinico di Regina Coeli e da quelli di Viterbo e non dai medici del pronto soccorso del Gemelli che per primi, la sera del 3 maggio, visitarono De Santis e intervennero per le gravi ferite ad una gamba.
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